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Cosa si intende per diritto all’oblio su internet?

Cosa si intende per diritto all’oblio su internet?

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Il diritto all’oblio si riferisce al diritto di un individuo di ottenere la cancellazione dei propri dati personali che sono stati resi pubblici e recano un pregiudizio all’interessato. Questo diritto, che consente di rimuovere informazioni personali da Internet, è strettamente legato alla protezione dell’identità personale e potrebbe essere considerato come il suo riflesso. Ogni individuo ha il diritto di chiedere di essere “dimenticato”.

È stato definito come un diritto “di nuova generazione” che segue l’evoluzione della protezione dell’identità digitale. Riguardo a quest’ultima, l’espressione viene utilizzata come sinonimo di identità “online” o “virtuale”. In una definizione più ristretta, si riferisce all’insieme di informazioni e risorse fornite da un sistema informatico a un determinato utente, di solito protetto da un sistema di autenticazione. In un contesto in cui la nostra identità virtuale è sempre più accessibile, molte persone si chiedono “come cancellare le notizie da internet?” o  come fare per rimuovere informazioni personali da Google al fine di preservare la propria privacy e controllare quali dettagli vengono condivisi con il mondo.

L’importanza del diritto a cancellare i propri dati personali dal web secondo le istituzioni

Dal momento in cui Internet è diventato uno strumento di diffusione “incontrollata” e “incontrollabile” dei dati, il diritto all’oblio ha acquisito sempre maggiore importanza. Il Garante per la protezione dei dati personali ha affermato che le azioni, le parole e le immagini si trasformano in miriadi di dati che si moltiplicano all’infinito i diversi aspetti della realtà materiale. Ogni individuo viene frammentato e scomposto in tanti pezzi quanti sono i dati e le informazioni che lo riguardano.

Su Internet, i dati assumono una vita propria, senza regole e senza la possibilità di prevedere tutte le finalità ei contesti in cui verranno utilizzati. Queste parole, pronunciate nel 2006, vietano ancora una grande rilevanza a distanza di anni. Appare utile sottolineare che la Corte di Cassazione italiana, già nel 1998 con la sentenza n. 3679, ha cercato di definire il diritto all’oblio. Per la Corte, il diritto all’oblio rappresenta una manifestazione del diritto alla riservatezza.

Infatti, il diritto di essere dimenticati consiste nell’interesse di ogni individuo a non essere esposto indefinitamente ai danni che possono derivare dal continuo ripetersi di una notizia, danneggiando così il proprio onore e la propria reputazione. Successivamente, con la sentenza n. 5525 del 2012, la Corte di Cassazione ha aggiunto che il soggetto interessato può richiedere di evitare la diffusione di notizie che, nel corso del tempo, siano diventate dimenticate o sconosciute alla maggior parte delle persone.

L’interesse dei giuristi sul diritto all’oblio

Il diritto all’oblio ha suscitato l’interesse dei professionisti legale, ovvero più in generale dei giuristi, soprattutto negli ultimi anni, in particolare grazie alla nota sentenza emessa dalla Corte di Giustizia il 13 maggio 2014 nel caso Google Spain (causa C-131/12), che oggi viene ricordata anche come Sentenza Costeja. A seguito di questa sentenza, si è aperto un ampio dibattito sul riconoscimento o meno di un generale “diritto all’oblio”. Attualmente, tale diritto è esplicitamente regolamentato nell’articolo 17 del Regolamento (UE) 2016/679, noto come Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

Le richieste di rimozione delle notizie pregiudizievoli ai motori di ricerca

Quando ad esempio Google riceve una richiesta di rimozione di un risultato di ricerca, esaminiamo attentamente la sua validità e l’applicabilità alla sentenza della Corte di giustizia. Valutiamo se il risultato in questione sia effettivamente inadeguato, irrilevante, non più rilevante o eccessivo, in base ai criteri stabilità dalla decisione. Altresì, a titolo di completezza appare necessario chiarire che, sebbene i risultati di ricerca possano essere rimossi da Google, ciò non implica che i contenuti associati siano completamente cancellati dal Web.

Altri motori di ricerca o archivi online potrebbero ancora mostrare tali informazioni. La rimozione dei risultati di ricerca è un processo specifico per Google e non garantisce la rimozione completa dai mezzi online. Appare importante anche sottolineare che i motori di ricerca, come ad esempio Google, agiscono in qualità di intermediario tra gli utenti ed i contenuti presenti sul Web. Non hanno il controllo diretto sulle informazioni pubblicate sui siti web, tuttavia nel momento in cui ricevono una richiesta hanno l’obbligo di vagliarne la fondatezza e di decidere, prendendo sempre in considerazione il caso specifico.

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