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Gli ultimi provvedimenti del Garante sulla eliminazione delle notizie lesive da Google

Gli ultimi provvedimenti del Garante sulla eliminazione delle notizie lesive da Google

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
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Soprattutto negli ultimi decenni, la nostra vita è sempre più connessa e, in particolare, “visibile” sulle piattaforme online. Ogni informazione, evento o notizia può essere trovato con una semplice ricerca su motori come Google. Questa realtà presenta vantaggi innegabili, ma porta anche con sé sfide significative, soprattutto quando le informazioni online minano la reputazione personale. In questo contesto, il concetto di diritto all’oblio assume un ruolo cruciale, con l’obiettivo di bilanciare il diritto all’informazione con la tutela della privacy e della reputazione.

In particolare, il Garante Privacy svolge un ruolo essenziale nell’affrontare tali questioni, cercando di trovare un equilibrio tra le legittime esigenze dei cittadini e il diritto pubblico all’informazione. In proposito, nell’articolo di oggi, offriamo ai nostri lettori una breve guida sugli utili provvedimenti con cui il Garante si è pronunciato sulla eliminazione delle notizie lesive da Google.

Il diritto all’oblio: breve panoramica normativa

Il diritto all’oblio rappresenta il concetto legale secondo cui le persone dovrebbero avere il potere di richiedere la rimozione di determinate informazioni personali dalla visibilità pubblica, quando tali informazioni sono datate, irrilevanti o dannose per la loro reputazione. Questo dibattito è diventato sempre più acceso con la crescita esponenziale di informazioni online, che possono avere impatti duraturi sulla vita di un individuo.

Il riferimento è a situazioni come quella del sig. Costeja, da cui prende il nome la famosa sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha originato il dibattito tra diritto alla privacy del singolo e diritto all’informazione della collettività. Ebbene, il sig. Costeja subiva un danno alla propria reputazione a causa di notizie legate ad alcune attività finanziarie del passato e reperibili facilmente online da una vastissima platea di soggetti.

Il ruolo del Garante privacy nel contesto del diritto all’oblio

In Italia, il Garante per la protezione dei dati personali, istituito nel 1997, è un’autorità indipendente che ha il compito di vigilare sulla protezione dei dati personali e sulla privacy dei cittadini. Questa autorità è stata creata per garantire che le informazioni personali dei cittadini siano trattate in modo legale, equo ed etico da parte di organizzazioni, aziende e istituzioni pubbliche.

Il Garante agisce in conformità con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea, il quale stabilisce standard rigorosi per il trattamento dei dati personali. Invero, quando si tratta di cancellare notizie da motori di ricerca come Google per preservare la reputazione personale, il Garante Privacy ha un ruolo chiave nel processo decisionale.

In molti casi, le persone possono presentare reclami al Garante se ritengono che alcune informazioni danneggino la loro reputazione e abbiano un impatto negativo sulla loro vita. Il reclamo può essere presentato in base all’art. 77 del Regolamento, che consente alle persone di chiedere la rimozione di determinati dati personali. Tuttavia, il compito del Garante non è semplicemente quello di censurare o eliminare informazioni a caso.

Deve cercare un equilibrio tra il diritto all’informazione e la tutela dei diritti individuali. In questo senso, il Garante si basa su linee guida stabilite dal WP Art. 29 (Gruppo Articolo 29 sulla protezione dei dati personali) e dal European Data Protection Board (EDPB). Queste linee guida delineano criteri specifici per valutare quando il diritto all’oblio dovrebbe essere applicato, tenendo conto di fattori come la gravità delle informazioni, il tempo trascorso e l’interesse pubblico.

Uno degli ultimi provvedimenti del garante privacy in caso di notizie obsolete

Nel caso di specie,  il reclamante dopo essere stato coinvolto in una vicenda giudiziaria nel passato e successivamente assolto, il richiedeva a Google la rimozione di alcuni URL collegati a notizie che mettevano in luce l’accusa di truffa. L’obiettivo, come è chiaro, era quello di proteggere la propria reputazione personale. Google rifiutata la presente richiesta, sostenendo che vi fosse ancora un interesse pubblico a conoscere le informazioni in questione. Il Garante Privacy, così, veniva coinvolto ed emetteva questo provvedimento.

Dopo aver valutato attentamente le argomentazioni di entrambe le parti, il Garante considerando il tempo trascorso dalla conclusione del caso giudiziario e la rilevanza pubblica delle informazioni, ha dichiarato le notizie obsolete ed ha, durante la propria istruttoria, anche appreso che lo stesso interessato era stato assolto dalle accuse. Nonostante ciò, le notizie continuavano a influenzare negativamente la reputazione dell’interessato.

L’autorità de qua, quindi, ha ritenuto che la persistente reperibilità delle notizie fosse in contrasto con i principi di esattezza ed aggiornamento dei dati sanciti dal GDPR e dalle Linee Guida. Pertanto, ha deciso di ordinarne la rimozione.

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