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Diritto all’oblio nel mondo, il caso Google in Australia

Diritto all’oblio nel mondo, il caso Google in Australia

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
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Nell’era digitale in cui viviamo, la nostra presenza online è diventata sempre più rilevante. I dati personali vengono raccolti, archiviati e condivisi in modi che prima non erano possibili. Questa nuova realtà ha portato alla necessità di proteggere la privacy degli individui e garantire il controllo sui propri dati personali. In questo contesto, il concetto di “diritto all’oblio” ha acquisito un ruolo di grande importanza.

Cosa si intende per  diritto all’oblio?

Il diritto all’oblio è il diritto di un individuo di richiedere la rimozione o l’oblio delle informazioni personali riferite a sé stesso che sono presenti su internet. Si basa sulla premessa che le persone abbiano il diritto di gestire e controllare le proprie informazioni personali nel mondo digitale, potendo eliminare notizie da Internet. Questo diritto consente alle persone di proteggere la loro reputazione, la privacy e l’autodeterminazione online.

Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati o anche detto GDPR

Una delle pietre miliari nella protezione dei dati personali è il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, in acronimo GDPR, entrato in vigore nell’Unione Europea nel 2018. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati ha introdotto una serie di norme e regolamentazioni volte a proteggere i dati personali e a garantire i diritti degli individui, tra cui il diritto all’oblio.

L’articolo 17 del GDPR positivizza il diritto all’oblio ed anche tutte le circostanze in cui il diritto alla cancellazione dei dati personali può essere esercitato. Esso chiarisce infatti come l’individuo ha il diritto di ottenere la cancellazione dei propri dati personali qualora siano presenti determinate condizioni. Tuttavia, è importante sottolineare che il diritto all’oblio non è un diritto assoluto e ci sono delle eccezioni e limitazioni previste dalla legge.

Quando si può ottenere il diritto all’oblio?

Secondo il GDPR, ci sono diverse situazioni in cui un individuo può richiedere il diritto all’oblio. Alcuni esempi includono:

-Se i dati personali non sono più necessari per gli scopi per i quali sono stati raccolti.

-Se l’individuo ritira il consenso alla raccolta e al trattamento dei propri dati personali.

-Se i dati personali sono stati trattati illegalmente.

-Se i dati personali devono essere cancellati per adempiere a un obbligo legale.

-Se i dati personali riguardano una minorenne e sono stati raccolti in relazione all’offerta di servizi della società dell’informazione.

È importante sottolineare che il diritto all’oblio non si applica in tutte le situazioni. Ad esempio, se i dati personali sono stati pubblicati legalmente o se la loro conservazione è necessaria per l’esercizio della libertà di espressione e di informazione.

Il diritto all’oblio nel mondo: il caso dell’Australia

La questione del “diritto all’oblio” sta diventando sempre più rilevante anche in Australia, con dibattiti sulle modalità di protezione della privacy digitale e sulla responsabilità dei motori di ricerca come Google. Recentemente, il chief privacy officer di Google, Keith Enright, ha sottolineato che la legge dovrebbe concentrarsi sui siti web che ospitano informazioni anziché sui motori di ricerca che semplicemente facilitano l’accesso a tali informazioni.

Durante la sua visita in Australia, Enright ha evidenziato l’importanza di trovare un equilibrio tra la protezione della privacy e la libertà di accesso alle informazioni. Ha sottolineato che le modifiche legislative dovrebbero mirare a identificare e affrontare le fonti di informazioni sensibili anziché puntare direttamente sui motori di ricerca. La questione della privacy digitale è stata ulteriormente sollevata in Australia a seguito di recenti violazioni di dati che hanno coinvolto importanti aziende come Latitude, Medibank e Optus.

Questi episodi hanno portato il governo a proporre una serie di modifiche alla legge sulla privacy al fine di adeguarla all’era digitale. Tra le proposte avanzate, una delle più significative è simile al concetto europeo del “diritto all’oblio”, ma con un’attenzione specifica ai risultati di ricerca online. La proposta prevede il diritto di richiedere la rimozione o l’oscuramento dei risultati di ricerca che contengono informazioni personali, come la storia medica di una persona, informazioni su un bambino o informazioni eccessivamente dettagliate. Inoltre, si chiede la possibilità di deindicizzare informazioni imprecise, non aggiornate, incomplete, fuorvianti o irrilevanti.

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