Privacy Shield, accordo UE – USA
16 Giugno 2022
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Il diritto alla privacy e contestualmente quello di non apparire più nelle query di Google o di altri motori di ricerca, è un diritto c.d. di nuova generazione. Invero, tale diritto che è definito con il nome di diritto all’oblio, viene determinato successivamente alla emanazione della sentenza Costeja del 2014 e conseguentemente all’emanazione del regolamento UE/679/2016 in materia di protezione di dati personali, anche noto come GDPR, sono state introdotte nel parlare quotidiano termini come: diritto all’oblio, cyber security, revenge porn, diritto alla deindicizzazione etc.
Siffatte novità hanno condotto ad un cambiamento sia sul piano normativo che su quello dei rapporti sociali. Innanzi tutto si è introdotto quale diritto fondamentale il diritto all’oblio, vale a dire il diritto di essere dimenticati o non più associati ad un determinato contenuto che si ritiene essere pregiudizievole per l’interessato.
Cosa è la privacy Shield?
Il Privacy Shield è l’accordo tra Unione Europea ed Stati Uniti che is prefigge di garantire l’utilizzo dei dati personali degli europei trasferiti oltre oceano, viene stabilito dal Commissario UE della Giustizia Didier Reynders in chiusura del Consiglio Giustizia a Lussemburgo che “se riceviamo il testo dagli Stati Uniti nelle prossime settimane, sarà possibile entro la fine dell’anno, nel primo trimestre dell’anno prossimo, concludere questa procedura di decisione circa l’adeguatezza, ancora continua chiarendo che “è importante per garantire la protezione della privacy dei cittadini e la certezza giuridica per le imprese su entrambe le sponde dell’atlantico”.
Perché è importante l’accordo sul trasferimento dei dati personali oltreoceano?
L’importanza del privacy Shield è data dalla circostanza secondo la quale viene mostrato che UE ed USA sono partner e che, appunto per questo, hanno lo stesso approccio, la stessa visione”. Ryenders ricorda che nel varare questa proposta “abbiamo raggiunto un accordo con gli Stati Uniti per il Privacy Shield e riguarda i nuovi requisiti relativi al trasferimento dei dati e alla creazione di un organo che avrà la competenza di svolgere indagini e gestire i reclami in questo ambito provenienti da cittadini dell’Ue.
La privacy Shield è un punto di arrivo?
Viene ricordato spesso dagli stessi componenti della Commissione Giustizia in Lussemburgo che il Privacy Shield non è l’ultimo atto del lavoro che si sta compiendo: bisognerà infatti giungere a un testo giuridico che riesca a rendere soddisfatti tutte le parti in gioco. Ebbene, si è avuta l’opportunità di discutere proprio questo aspetto con gli USA durante la visita del Commissario a Washington. Con il quadro giuridico si è posta la proposizione di prendere una decisione sulla adeguatezza che riguarda tutti gli Stati membri, e dunque coinvolge il Parlamento europeo, siffatta procedura però richiede almeno sei mesi e a quel punto le società potranno basarsi su questo per il trasferimento dei dati verso gli Stati Uniti.