Leggi sul diritto all’oblio Google nel mondo, novità dalla Francia
24 Luglio 2023
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Nell’odierna società, divenuta ormai sempre più digitale la nostra intera vita quotidiana è sempre più influenzata dal flusso costante di informazioni e dati personali condivisi online. Questo ha portato alla necessità di una maggiore protezione della privacy e dei dati personali degli individui. Una delle questioni fondamentali in questo contesto è il “diritto all’oblio”, che si concentra sulla capacità di un individuo di richiedere la rimozione o l’oblio dei propri dati personali dai motori di ricerca e altre piattaforme online.
Cosa si intende per diritto all’oblio
Il diritto all’oblio è un concetto legale e etico che consente agli individui di richiedere di cancellare notizie da Internet o la deindicizzazione di dati personali rilevanti e obsoleti dai motori di ricerca e altre piattaforme online. L’obiettivo principale è garantire la protezione della privacy e della reputazione delle persone, soprattutto quando i dati personali diventano irrilevanti o dannosi nel tempo.
Il diritto all’oblio non implica il diritto di cancellare qualsiasi informazione che sia scomoda o negativa, ma riguarda specificamente i dati personali che non sono più rilevanti o che sono stati trattati illegalmente. Questo istituto è spesso visto come un bilanciamento tra il diritto alla privacy dell’individuo e il diritto di accedere alle informazioni della collettività.
Origini normative del diritto all’oblio
L’origine del diritto all’oblio risale al 2014, quando la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in acronimo CGUE, ha emesso una decisione storica nel caso Google Spain contro Mario Costeja González, da cui porta il nome la sentenza, c.d. sentenza Costeja. In questo caso, un cittadino spagnolo, Mario Costeja González, ha chiesto la rimozione di un’informazione obsoleta e non rilevante riguardante un’asta immobiliare pubblicata su Google.
La Corte ha stabilito che gli individui hanno il diritto di richiedere la rimozione di dati personali obsoleti o non rilevanti, a meno che ci siano ragioni particolari per mantenere tali informazioni. Questo ha gettato le basi per il riconoscimento del diritto all’oblio nell’UE e ha portato all’introduzione del GDPR, che ha dato ulteriore forza e specificità a questo diritto.
Uno sguardo al GDPR nell’Unione Europea ed all’art. 17 sul diritto alla cancellazione dei dati personali dal web
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati perosnali, anche detto, appunto, GDPR, è entrato in vigore il 25 maggio 2018 ed è una delle normative più importanti per la protezione dei dati personali nell’Unione Europea. L’Articolo 17 del GDPR riguarda specificamente il diritto all’oblio e stabilisce le condizioni e le procedure per la rimozione dei dati personali. L’Articolo 17 del GDPR afferma che un individuo ha il diritto di ottenere la cancellazione dei propri dati personali senza ingiustificato ritardo quando si verifica una delle seguenti circostanze:
a. I dati personali non sono più necessari rispetto agli scopi per i quali sono stati raccolti o altrimenti trattati.
b. L’individuo revoca il consenso su cui si basa il trattamento dei dati e non esiste un’altra base legale per il trattamento.
c. L’individuo si oppone al trattamento dei dati e non vi sono motivi legittimi per continuare il trattamento.
d. I dati personali sono stati trattati illegalmente.
e. I dati personali devono essere cancellati per adempiere a un obbligo legale ai sensi del diritto dell’Unione Europea o dello Stato membro a cui il responsabile del trattamento è soggetto.
f. I dati personali sono stati raccolti in relazione all’offerta di servizi della società dell’informazione ai bambini (Articolo 8, paragrafo 1 del GDPR).
Si fa presente che il diritto all’oblio non è assoluto e può essere bilanciato con altri diritti fondamentali, come già detto sopra, ad esempio la libertà di espressione e l’accesso alle informazioni. Pertanto, è necessario valutare attentamente ogni singola richiesta per garantire una giusta ponderazione tra i diritti coinvolti.
Il caso della Francia sulla cancellazione dei dati personali dal web
A maggio, la Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL) ha emesso un’istanza a Google per estendere l’applicazione del “diritto all’oblio” ai suoi siti internazionali, oltre ai suoi domini locali all’interno dell’Unione Europea. Secondo Google, ciò implica che se una richiesta di rimozione viene approvata per un individuo in Francia, i contenuti oggetto della richiesta verranno rimossi non solo da google.fr e dalle altre versioni europee della Ricerca Google, ma da tutte le versioni globali della Ricerca Google.
Invero, a luglio, Google ha presentato ricorso contro l’ordine emesso dalla CNIL, ma questo ricorso è stato ora respinto dal regolatore francese dei dati. Di conseguenza, Google è tenuto a rimuovere decine di migliaia di risultati di ricerca non solo da google.fr ma anche da google.com e altri domini globali. Questa sentenza si applica anche ad altri motori di ricerca come Bing e Yahoo.
In precedenza, Google aveva espresso preoccupazione riguardo alla decisione della CNIL, affermando che potrebbe avere gravi effetti sul web. Tuttavia, il regolatore francese dei dati ha respinto queste affermazioni in una dichiarazione pubblica rilasciata il 21 settembre. Secondo la CNIL, questa decisione semplicemente richiede il pieno rispetto della legislazione europea da parte di operatori non europei che offrono i loro servizi in Europa.