Il diritto all’oblio nel mondo: come eliminare informazioni dal web
22 Dicembre 2022
Cancelliamo
i Dati Indesiderati
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Il diritto all’oblio, o anche diritto all’essere dimenticati su internet, è un diritto che viene anche comunemente definito quale ditritto di nuova generazione. Questo perché lo stesso è stato emanato e conosciuto a seguito della sentenza Costeja del 2014 e conseguentemente all’emanazione del regolamento UE/679/2016 in materia di protezione di dati personali, anche noto come GDPR. Sono state introdotte nel parlare quotidiano termini come: diritto all’oblio, cyber security, revenge porn, diritto alla deindicizzazione etc. Siffatte novità hanno condotto ad un cambiamento sia sul piano normativo che su quello dei rapporti sociali. Innanzi tutto si è introdotto quale diritto fondamentale il diritto all’oblio, vale a dire il diritto di vedere cancellate le proprie dimenticati o non più associati ad un determinato contenuto che si ritiene essere pregiudizievole per l’interessato. La cancellazione però non sempre viene posta in essere dai motori di ricerca come Google né tantomeno dai responsabili delle pagine sui quali vengono caricati i contenuti. Infatti alla cancellazione viene preferita la deindicizzazione, la quale consegue lo stesso effetto pratico, vale a dire quello di nascondere le informazioni correlate al proprio nominativo dai risultati del motore di ricerca, così da non renderli visibile in rete. Il diritto alla deindicizzazione è, come detto, strettamente connesso al diritto all’oblio, tanto è vero che quando il trattamento dei dati personali è illecito in ossequio ai principi previsti dal GDPR ed all’adeguamento del Codice della privacy, l’interessato può chiedere la deindicizzazione dei propri dati da Google.
Il diritto all’oblio in India
Il diritto all’oblio non è un diritto prettamente europeo, la facoltà di poter cancellare dai browser notizie o anche link, URL e così via che creano un pregiudizio al soggetto si estende in ambito mondiale, come ad esempio anche in India. Nel caso KS Puttuswamy contro Union of India, la Corte Suprema dell’India aveva dato riconoscimento al diritto alla privacy ed all’essere dimenticati dichiarandolo, come in Europa, quale diritto fondamentale. La Corte Suprema indiava, osservava, nella pronuncia citata “il diritto di un individuo di esercitare il controllo sui propri dati personali e di poter controllare la propria vita comprenderebbe anche il diritto di controllare la propria esistenza su Internet”. Questo assunto ha costituito una solida base per far ottenere il riconoscimento del diritto all’essere dimenticati dal web.
La legislazione indiana
Allo stato non è esistente in India una una legislazione positivizzata ovvero formale che possa rendere scritto ciò che le pronunce della Corte suprema ribadiscono, in particolare sulla necessità che il diritto all’oblio diventi un diritto fondamentale. Invero, nell’ordinamento indiano, il precedente giudiziario conduce all’accettazione del diritto all’oblio. Il governo indiano ha anche di recente attuato e presentato un disegno di legge riguardante proprio la protezione dei dati personali ed il diritto all’oblio. Il disegno di legge ha la facoltà di fornire a tutti i cittadini indiani una maggiore autonomia rispetto ai propri dati personali che si trovano sul web, e sicuramente una maggiore sicurezza di quanto si può trovare in rete. Il disegno, ancora ha la facoltà di accorpare la teoria che sta alla base del regolamento generale sulla protezione dei dati personali dell’Unione Europea.