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Diritto all’oblio e Chat-GPT

Diritto all’oblio e Chat-GPT

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
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Il diritto all’oblio è un concetto giuridico di matrice giurisprudenziale che è stato aggiunto di recente al novero dei diritti fondamentali, e che oggi, è realmente tale nel campo della protezione dei dati personali. Invero, si fa riferimento a quel diritto che appartiene ad ogni individuo e che fa in modo che questi possa chiedere di rimuovere informazioni personali da Google. Non si deve pensare, tuttavia, che questo sia un diritto assoluto, anzi la cancellazione può essere predisposta solo laddove ci siano determinate condizioni. Ad esempio non può essere cancellato un determinato contenuto o informazione se queste si rendono necessarie per fini legali o di pubblica utilità.

Una forma di diritto all’oblio: la deindicizzazione

Ci sono vari modi per richiedere la cancellazione delle notizie, tra cui anche la c.d. deindicizzazione, per la quale. Tuttavia appare utile comprendere che la deindicizzazione non comporta la rimozione definitiva del contenuto ovvero dell’URL o dell’immagina, notizia e così via dalla fonte originale, anzi, il contenuto resterà sempre disponibile online ma sarà accessibile tramite link diretti. In sostanza, il contenuto lesivo non apparirà, più nei risultati delle ricerche sui motori di ricerca.

Cosa è Chat-GPT

ChatGPT, ad oggi, uno dei più grandi modelli di lingua esistenti che è stato interamente coniato attraverso l’intelligenza artificiale. Questo è stato recentemente al centro dell’attenzione per via della richiesta degli organismi di regolamentazione italiani di fornire ai suoi utenti gli strumenti del diritto all’oblio. In questo articolo, analizzeremo le implicazioni di tale richiesta e come questa potrebbe influenzare il futuro di ChatGPT.

Il collegamento tra Chat-GPT ed diritto all’oblio

Si tenga presente come l’uso di tecnologie di intelligenza artificiale come ChatGPT ha sollevato, e solleva tutt’ora, importanti questioni etiche e di privacy che devono essere prese in considerazione dai governi e dai regolatori in tutto il mondo. Le preoccupazioni rispetto alla privacy ed al non poter adire il diritto all’oblio sono date dal fatto che l’intelligenza artificiale, come nel caso di specie quella di ChatGPT, riesce ad apprendere e generare linguaggio naturale in modo autoreferenziale attraverso l’analisi di grandi quantità di testo.

Siffatto processo di apprendimento automatico presuppone un’accesso ad enormi quantità di dati al fine di meglio poter rispondere alla esigenze di chi utilizza questi metodi. Quindi, la preoccupazione principale, che avrebbe spinto anche il garante privacy a sospendere per un periodo l’attività di Chat GPT, sarebbe quella secondo cui l’uso di intelligenza artificiale come sarebbe violativa della privacy delle persone; questo perchè l’analisi di grandi quantità di testo potrebbe rivelare informazioni sensibili o personali. Ad esempio, ChatGPT potrebbe essere in grado di identificare informazioni su malattie, orientamento sessuale, credo religioso o politico, a seconda dei dati a cui viene esposto.

Come si potrebbe tutelare la privacy delle persone con l’avvento di Chat-GPT e delle AI?

Ciò solleva la questione di come proteggere la privacy delle persone in un mondo in cui l’analisi di grandi quantità di testo diventa sempre più comune. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di regolamentare l’uso di intelligenza artificiale come ChatGPT, garantendo che i dati utilizzati per addestrarla siano accurati, completi e rappresentativi della popolazione e che venga fornito un consenso esplicito da parte delle persone coinvolte.

Ancora, non si deve pensare che solo i privati utilizzino le intelligenze artificiali, anzi questi sono in minima parte, molte di più sono le aziende. Per questo le organizzazioni ovvero gli enti che utilizzano intelligenza artificiale come ChatGPT potrebbero essere tenute a rendere conto del modo in cui i dati vengono utilizzati e adottano misure di sicurezza adeguate per proteggere la privacy delle persone. Potrebbe anche essere necessario prevedere una maggiore trasparenza sul funzionamento dell’algoritmo e sulle decisioni prese da ChatGPT.

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