Preliminarmente è bene chiarire cosa si intenda per diritto all’oblio e quando è stato introdotto.
Invero, la introduzione del diritto all’oblio risale alla normativa di cui all’articolo 17 del GDPR, che tiene conto del diritto di richiedere la deindicizzazione stabilito dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea con la sentenza c.d. Costeja.
La sentenza Costeja è stata pronunciata dalla Corte di Giustizia Europea, da ora CGUE, il 13 maggio 2014 e ha dichiarato che un interessato ha la facoltà di chiedere al fornitore del motore di ricerca, di rimuovere notizie pregiudizievoli, obsolete e non aggiornate nonché link verso pagine web dall’elenco di risultati, anche definiste query, che appare nei suggerimenti successivamente all’immissione nella barra apposita di parole chiave e dati, quali nome e cognome di un soggetto.
Successivamente alla pronuncia di cui si parla, gli interessati ad ottenere la cancellazione o la deindicizzazione dei loro dati personali dai motori di ricerca, appaiono essere maggiormente consapevoli sul loro diritto di cancellazione. Sul punto è stato osservato che le Autorita? di controllo, quale Garante Privacy, hanno avuto un aumento del numero di reclami riguardanti il rifiuto da parte dei fornitori di motori di ricerca per la deindicizzare di link lesivi.
A cosa serve NordVPN
La funzione primaria di NordVPN è innanzitutto un softwar che serve agli utenti al fine di navigare sicuri sul web. Attraverso l’accesso alla rete VPN di NordVPN sarà possibile navigare tramite un accesso internet molto complesso da hackerare, anche anti-malware, e soprattutto in anonimo e in modalità crittografata. Questo perché, i nostri dati persoanli, come detto in apertura, possono essere oggetto di apprensione da parte di terzi, infatti il nome, il cognome, l’età, le espressioni del viso, il gli hobby, le abitudini di spesa, l’indirizzo di casa, e così via possono essere rubati o appresi dai siti in cui navighiamo così come anche il contenuto delle nostre email.
La ricerca di NordVPN
Secondo la ricerca del noto software Oltre la metà degli americani, e qui si parla del ben 55%, vorrebbe rimuovere la sua presenza da Internet, se fosse possibile. Infatti il 47% del campione ha affermato che non nutre una certa fiducia nel web; tanto che il 46% di loro ritiene non esista un solo motivo valido per mantenere online il proprio nome così come il 42% che ha paura di finire nell’inganno di un cybercriminale. Questi sono i dati statistici che lo stesso NordVPN ha raccolto,e questi seppur scoraggianti ci mostrano che la realtà del web è bene diversa da come appare. Internet non è un luogo sicuro per la maggior parte degli utenti, i quali lo considerano una trappola. NordVPN, che è il leader del mercato Virtual Private Network ha ovviato a questa paura, cercando di aiutare gli utenti del web ad essere più sicuri mettendo loro a disposizione un software in grado di navigare in incognito e di nasconderei nostri dati personali.
Si può sparire dal web?
C’è la possibilità di cancellare le informazioni da internet che riguardano un soggetto, sebbene oggi sia un diritto, quello all’oblio riconosciuto a livello normativo non è sempre stato scontato. Infatti la portabilità del diritto all’oblio quale diritto fondamentale della persona, oggi introdotto con la normativa di cui all’articolo 17 del GDPR, derivante dalla ipotesi del diritto di richiedere la deindicizzazione stabilito dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea con la sentenza c.d. Costeja, è possibile anche attraverso la compilazioni di moduli repereibili online. C’è da precisare che questa modulistica può essere ottenuta ed inoltrata laddove il motore di ricerca metta a disposizione questa funzionalità, un esempio è Google, il quale offre ai propri utenti la un modulo per poter richiedere la cancellazione delle informazioni pregiudizievoli, siano queste notizie, link immagini o anche URL.