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Rimozione di notizie da Google con le nuove leggi italiane

Rimozione di notizie da Google con le nuove leggi italiane

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Nel mondo digitale moderno, Internet è diventato una fonte primaria di informazioni per molte persone. Google, uno dei motori di ricerca più utilizzati al mondo, svolge un ruolo cruciale nel facilitare l’accesso a una vasta gamma di contenuti online. Tuttavia, ci sono situazioni in cui le informazioni disponibili su Google possono diventare problematiche o dannose.

Questo ha portato alla creazione di leggi e procedure ad hoc, si pensi al GDPR il cui articolo 17 permette di cancellare notizie da internet o da determinati motori di ricerca. In Italia, come in molti altri paesi, ci sono regole e leggi specifiche che disciplinano la rimozione di notizie da Google e da altri motori di ricerca. Queste leggi mirano a bilanciare il diritto alla libertà di espressione con il diritto alla privacy e la protezione dell’onore e della reputazione delle persone.

Cosa si intende per diritto all’oblio

Il diritto all’oblio consente a un individuo di richiedere la rimozione di determinate informazioni personali o sensibili da Google se tali informazioni non sono più rilevanti o sono obsolete. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni a questo diritto, ad esempio quando vi è un interesse pubblico prevalente nella conservazione delle informazioni o quando le informazioni sono rilevanti per esercitare o difendere un diritto in un procedimento giudiziario.

Per richiedere la rimozione delle informazioni in base al diritto all’oblio, un individuo deve presentare una richiesta a Google, specificando i motivi per cui ritiene che le informazioni non debbano essere rimosse. Google quindi valuta la richiesta e può decidere di rimuovere le informazioni o di respingere la richiesta in base alle circostanze specifiche.

La normativa sulla privacy in Italia

Una delle leggi fondamentali che consente di eliminare informazioni personali da Google in Italia è la legge sulla privacy. In particolare, il Codice in materia di protezione dei dati personali, noto anche come Decreto Legislativo 196/2003, è una legge chiave in questo contesto. Questa normativa di settore impone una serie di obblighi e responsabilità sia agli operatori dei motori di ricerca che agli utenti.

In base a questa legge, un individuo ha il diritto di richiedere la rimozione di informazioni personali o sensibili da Google se queste informazioni sono obsolete, imprecise o non più necessarie per lo scopo per cui sono state raccolte. Ad esempio, se una persona trova informazioni personali, come il proprio indirizzo o il numero di telefono, su Google e ritiene che queste informazioni non siano più rilevanti, può richiedere la loro rimozione.

Tuttavia, la legge italiana sulla privacy non copre solo la rimozione di informazioni personali. Copre anche la rimozione delle informazioni che violano il diritto alla privacy, all’onore o alla reputazione di un individuo. In tal caso, l’individuo può presentare un reclamo e chiedere la rimozione di tali informazioni da Google.

La riforma Cartabia sul diritto alla cancellazione dei dati personali

La recente novella legislativa ha introdotto una disposizione nell’articolo 64ter delle norme di attuazione, coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, concernente la comunicazione della sentenza. Questa disposizione offre la possibilità a coloro che hanno ottenuto un esito favorevole in un procedimento penale, come un verdetto di assoluzione, un non luogo a procedere o un’archiviazione, di richiedere la preclusione dell’indicizzazione o la deindicizzazione dei loro dati personali contenuti nella sentenza su Internet.

Concretamente, il soggetto interessato può presentare una richiesta presso l’ufficio giudiziario competente, dove la sentenza è stata emessa, al fine di ottenere un’annotazione specifica che impedisce l’indicizzazione del provvedimento o che autorizzi la richiesta di deindicizzazione. Questo meccanismo consente al legislatore di creare due forme distinte di protezione del “diritto all’oblio” per eliminare notizie da Internet:

  • tutela preventiva : siffatta forma di tutela si attua attraverso una richiesta volta a prevenire l’indicizzazione del provvedimento giuridico rispetto alle ricerche effettuate su Internet utilizzando il nome del richiedente come punto di partenza (articolo 64ter, comma 2);
  • tutela Successiva : questa è rappresentata dalla richiesta di deindicizzazione, comunemente nota come “delisting”. Questa richiesta è presentata ai motori di ricerca generici, ed è finalizzata a rimuovere i contenuti relativi al procedimento penale dai risultati delle ricerche utilizzare utilizzando il nome del richiedente come termine di ricerca (articolo 64ter, comma 3).

Queste disposizioni legislative mirano a garantire una maggiore protezione della privacy e del diritto all’oblio per coloro che sono stati assolti o il cui caso penale è stato chiuso. Tuttavia, è importante notare che tali richieste devono essere valutate caso per caso, tenendo conto degli interessi pubblici e dei diritti delle parti coinvolte, al fine di bilanciare la privacy individuale con la libertà di informazione e di espressione su Internet.

Tuttavia resta invariata la possibilità di richiedere l’oscuramento dei dati nel provvedimento ai sensi dell’articolo 52 del Codice Privacy (d.lgs. 196/2003). Tale richiesta è soggetta a una valutazione giudiziale per determinare se sussistono motivi legittimi per l’oscuramento dei dati.

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