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Eliminare notizie da Google, un provvedimento del Garante

Eliminare notizie da Google, un provvedimento del Garante

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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La privacy, ad oggi, nel c.d. mondo digitale, così come la reputazione, è uno dei diritti fondamentali dell’individuo, riconosciuto in molte costituzioni e dichiarazioni dei diritti in tutto il mondo. Tuttavia, con la crescente digitalizzazione della nostra vita quotidiana, la privacy è diventata un bene sempre più difficile da preservare. I dati personali vengono raccolti, archiviati e condivisi da una vasta gamma di entità, tra cui aziende, governi e individui. Questa proliferazione dei dati ha creato una sfida significativa per la protezione della privacy.

Il diritto all’oblio si inserisce in questo contesto, fornendo un meccanismo per aiutare le persone a controllare le informazioni personali che circolano su di loro sul World Wide Web. È una risposta alla permanenza delle informazioni online e al potenziale pregiudizio che ciò può arrecare alla vita delle persone. L’importanza di questo diritto diventa chiara quando consideriamo i molteplici modi in cui le informazioni personali possono essere sfruttate o abusate. In particolare, il diritto all’oblio consente, nei casi previsti dal Regolamento in vigore, di eliminare notizie da Google.

La Legge Europea sulla protezione dei dati

L’importanza del diritto all’oblio è stata riconosciuta a livello globale, ma è stata particolarmente enfatizzata dalla Legge Europea sulla Protezione dei Dati (GDPR), entrata in vigore nel 2018. Il GDPR ha stabilito regole rigorose sulla protezione dei dati personali e ha rafforzato il diritto all’oblio. Ai sensi del GDPR, le persone hanno il diritto di richiedere la rimozione dei propri dati personali online, a meno che non ci siano motivi validi per mantenerli.

Questo regolamento ha spinto molte organizzazioni e piattaforme online a rivedere le proprie politiche sulla gestione dei dati personali e a rispettare le richieste di rimozione nel modo più rigoroso. Ha anche introdotto pesanti sanzioni per le violazioni della privacy, costringendo le aziende a prendere sul serio la protezione dei dati dei loro utenti.

Il ruolo fondamentale del Garante Privacy

Il Garante per la protezione dei dati personali svolge un ruolo fondamentale nella promozione e nell’applicazione del diritto all’oblio. In Italia, come in molte altre giurisdizioni europee, il Garante funge da autorità di vigilanza indipendente incaricata di garantire che le informazioni personali dei cittadini siano trattate in modo equo, trasparente e conforme alla legge. Nell’ambito del diritto all’oblio, il Garante ha il compito di assicurarsi che le richieste di cancellazione delle notizie da internet, o anche dei dati personali obsoleti o inappropriati siano gestite in modo adeguato.

Questo include la valutazione delle richieste dei cittadini e la verifica della legittimità delle informazioni da rimuovere. Inoltre, il Garante può fornire indicazioni e linee guida alle organizzazioni e alle aziende su come conformarsi al diritto all’oblio e sulla gestione corretta dei dati personali. Il suo ruolo di supervisione è essenziale per bilanciare il diritto all’oblio con la libertà di informazione e l’interesse pubblico, assicurando che la protezione della privacy dei cittadini sia sempre garantita.

Il provvedimento del Garante rispetto alla persistente disponibilità delle informazioni online

Nel caso di specie, l’interessato ha lamentato il pregiudizio subito a causa della persistente disponibilità online dei contenuti collegati a determinati URL. Questi contenuti risalgono al 2012 e sono legati a eventi giudiziari passati, inclusa l’esecuzione della pena. La continua presenza di tali informazioni online rappresenta un ostacolo al processo di reintegrazione sociale dell’interessato. L’Autorità ha contattato il titolare del trattamento, vale a dire Google LLC, chiedendo di valutare la richiesta di rimozione dei contenuti.

Tuttavia, Google ha sottolineato che i contenuti in questione sono relativamente recenti (compresi tra il 2011 e il 2016) e riguardano procedimenti penali gravi in ??cui l’interessato è stato coinvolto e condannato. Google ha ritenuto che il pubblico abbia ancora un interesse legittimo a conoscere tali informazioni, in quanto sono di natura giornalistica e provengono da fonti affidabili.

L’Autorità ha quindi richiesto all’interessato ulteriori dettagli sui procedimenti giudiziari e ha ottenuto informazioni sulla loro conclusione, compresi casi di affidamento in prova ai servizi sociali con esito positivo. L’interessato ha fornito il certificato del casellario giudiziale e del carico pendente, che non riporta attualmente alcuna iscrizione a suo carico.

La decisione del Garante Privacy italiano

Il reclamante, dunque, ha richiesto la rimozione di determinati URL che contenevano informazioni relative a vicende giudiziarie del passato, risalenti agli anni 2011-2012, in cui lo stesso era stato coinvolto e condannato. Gli articoli associati a questi URL descrivevano le condotte criminali dell’interessato e includevano fotografie e video correlati agli arresti e alle indagini iniziali.

Queste immagini sembravano essere simili alle foto segnaletiche e potevano essere state rese pubbliche solo per scopi di giustizia e polizia. Nonostante alcune delle condanne dell’interessato fossero state espiate, la presenza di queste informazioni online era dannosa per la sua reputazione e la sua vita personale. La reperibilità di tali URL collegati al suo nome amplificava la diffusione delle immagini e dei contenuti, causando un pregiudizio significativo ai suoi diritti.

L’Autorità ha quindi ritenuto che il reclamo fosse fondato e ha ordinato a Google LLC di rimuovere gli URL in questione dai risultati di ricerca associati al nome dell’interessato entro un periodo di venti giorni dalla ricezione del provvedimento. Questa decisione è stata presa in base al principio del diritto all’oblio, che bilancia il diritto alla privacy individuale con l’interesse pubblico e il diritto alla libertà di informazione. Nel caso specifico, l’interesse dell’individuo alla rimozione delle informazioni è stato ritenuto prevalente.

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