Google ha superato i 4.5 milioni di pagine web rimosse per il diritto all’oblio
4 Novembre 2021
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i Dati Indesiderati
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A partire dalla sentenza storica del maggio 2014, Google ha superato i 4.5 milioni di pagine web rimosse per il diritto all’oblio e ha ricevuto più di un milione di richieste di rimozione da parte degli utenti. Sono solo alcuni dei dati che possiamo leggere dal Rapporto di Trasparenza di Google, ovvero un rapporto in cui ogni anno a partire dal 2016 il team di Google pubblica tutti i dati in merito alle richieste di rimozione effettuate a Google, al loro volume, agli utenti che le hanno inviate, i siti ed i contenuti coinvolti in tali richieste.
Rimuovere una pagina web da Google per il diritto all’oblio
A partire dalla decisione del 2014 della Corte UE in seguito alla sentenza Costejas-Google Spain, ogni utente può esercitare il proprio diritto all’oblio, ovvero richiedere la deindicizzazione di un risultato dal motore di ricerca, se esso appare in seguito ad una ricerca effettuata col suo nome e se porta a contenuti lesivi per la propria reputazione e la propria privacy. Più nello specifico, per far sì che essi siano oggetto di richiesta, si deve trattare di link inadeguati, eccessivi, irrilevanti o non più rilevanti, oltre a non essere di forte interesse pubblico e quindi a non dover costituire un’importante informazione da tenere online per il diritto all’informazione del pubblico degli utenti. Se tale richiesta viene accettata da Google, i link in questione verranno rimossi da tutte le versioni europee di Google (e non solo da quella del Paese del richiedente), dove non appariranno più in risposta alle query di ricerca corrispondenti al suo nome. Tuttavia, potrebbero continuare ad essere raggiungibili in altri modi: potrebbero ad esempio essere raggiunti tramite altri motori di ricerca, tramite le versioni extra UE della Ricerca Google, tramite la conoscenza dell’indirizzo preciso del sito di origine o tramite la condivisione del contenuto stesso su altri siti o social media.
Tipi di pagine web e contenuti oggetto delle richieste di rimozione
Tra i vari dati pubblicati dal team di Google nel suo Rapporto di Trasparenza, vi sono anche delle statistiche sul tipo di contenuti, di pagine web, di siti e di utenti coinvolti nelle richieste di rimozione effettuate al gestore del motore di ricerca. Ciò che è particolarmente interessante sapere è la tipologia di pagine web, siti e contenuti che più spesso sono coinvolti nel desiderio da parte di utenti di ripulire il proprio nome sul web e di cancellare quindi quei contenuti negativi legati alla propria immagine. Senza alcuna sorpresa, dopo una percentuale al primo posto di contenuti generici, tra le pagine dei siti web più coinvolte dalle richieste di rimozione troviamo i siti di notizie, in quanto l’attività giornalistica è sempre al centro di discussioni per quanto riguarda il giusto equilibrio tra diritto di cronaca e diritto di riservatezza. Al secondo posto, con un 13,5 %, troviamo le directory, mentre al terzo posto i social media con un 12.5%, anche queste piattaforme dove la condivisione di dati è velocissima e liberissima, tanto da sfociare molte volte in violazioni della privacy.