Il diritto all’oblio, con il tempo è stato oggetto di normazione con l’art. 17 del GDPR, vale a dire il Regolamento della protezione dei dati personali del 2016 nonché approvato, anche con l’ausilio di altre e numerose sentenze quale diritto fondamentale dell’uomo a ricrearsi una nuova identità, avulso dai pregiudizi realizzati grazie ad una determinata notizia obsoleta o inesatta.
Siffatto diritto posta all’estremo risultato di voler cancellare i propri personali da Google, alcune volte questo potrebbe essere assolutamente necessario, ad esempio quando un soggetto ritenga che un determinato contenuto, che viene indicizzato con al proprio nome o alla propria persona, violi i parametri dettati dal GDPR.
La normativa rilevante in materia: il GDPR
In materia di normativa di settore, il GDPR è ciò che regola la privacy. Questo è, in sostanza il Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali che ha sostituito il previgente Codice in materia di protezione e trattamento dei dati personali.
La compilazione del documento è avvenuta attraverso uno scrupoloso lavoro sia a livello comunitario di contingenza degli organi quali Parlamento, Consiglio e Commissione europea, nonché a livello nazionale. Quest’ultimo passo è stato attuato grazie alle numerose sentenze che hanno preso avvio dalla famosissima sentenza della Corte di Giustizia Europea in materia di protezione dei dati e cancellazione degli stessi c.d. Google Spain emanata nel 2014. La pronuncia ha rivoluzionato il modo di guardare il diritto all’oblio, facendo in modo che questo venisse eretto a diritto fondamentale dell’uomo, ma pur sempre bilanciandolo con gli interessi della collettività, quali il diritto all’informazione e l’interesse storiografico di una determinata vicenda di cronaca.
Tornando al GDPR, questo è sicuramente un testo aggiornato anche rispetto agli avvenuti cambiamenti della società moderna, la quale man mano è entrata in un’ottica di sempre maggior digitalizzazione delle interazioni sociali.
Invero, siffatto codice della privacy in materia di diffusione dei dati personali è stato voluto fortemente da tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea, e costituirà pietra angolare nell’ambito del diritto alla cancellazione dei dati personali e diritto alla deindicizzazione dei risultati di ricerca.
Dall’entrata in vigore del testo, avvenuta in Italia il 25 maggio 2018, tutti gli attori coinvolti, tra cui liberi professionisti, aziende, pubbliche amministrazioni, dovranno allinearsi ed adeguarsi alla nuova normativa.
Sparire attraverso la cancellazione dei risultati personali da Google
Il diritto alla cancellazione dei dati personali dai motori di ricerca è una dei principali cambiamenti del GDPR. Nella prassi questo tipo di diritto viene comunemente definito diritto all’oblio e viene disciplinato ai sensi dell’art. 17 GDPR. La disposizione della norma chiarisce che “l‘interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la cancellazione dei dati personali che lo riguardano senza ingiustificato ritardo e il titolare del trattamento ha l’obbligo di cancellare senza ingiustificato ritardo i dati personali, se sussiste uno dei motivi seguenti: i dati personali non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o altrimenti trattati; l’interessato revoca il consenso su cui si basa il trattamento e se non sussiste altro fondamento giuridico per il trattamento; l’interessato si oppone al trattamento e non sussiste alcun motivo legittimo prevalente per procedere al trattamento; i dati personali sono stati trattati illecitamente; i dati personali devono essere cancellati per adempiere un obbligo legale previsto dal diritto dell’Unione o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento; i dati personali sono stati raccolti relativamente all’offerta di servizi della società dell’informazione”. Per eliminare i risultati personali da Google, Google mette a disposizione un modulo atto alla rimozione dei contenuti personali, il quale una volta compilato in ogni sua parte verrà inviato direttamente al Team di Google LLC.
La valutazione di Google
Google avrà poi il difficile compito di determinarsi sulla richiesta di rimozione, la quale potrà essere accolta, con la conseguente rimozione o deindicizzazione dei dati personali, oppure rigettata perché non vi sono abbastanza informazioni per consentire al Google di determinarsi, i contenuti sono già stati rimossi ovvero Google non ritiene di dover procedere alla cancellazione dei contenuti pregiudizievoli poiché in un’ottica di bilanciamento, il diritto all’oblio soccombe rispetto a quello di interesse generale della collettività ad essere informata riguardo una vicenda. Tuttavia è possibile anche sottoscrivere un reclamo all’Autorità Garante laddove il modulo non sortisca gli effetti sperati per il soggetto interessato della rimozione.I fattori che possono portare altresì al rigetto della richiesta possono essere: la notorietà della persona interessata, quale personaggio che fa o ha fatto parte della vita politica, o di particolare notorietà per cui è necessario che la comunità venga informata rispetto alle vicende a lui accadute.