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Site icon Diritto All'Oblio su Google – Come Rimuovere il Proprio Nome dai Risultati di Ricerca

Eliminare notizie da Google: leggi questi provvedimenti del Garante

A seguito della crescente digitalizzazione che ha investito il sistema globale, le informazioni risultano essere facilmente accessibili e per tale motivo possono restare online per un tempo che, strano ma vero, è indefinito. Tutto ciò può portare a situazioni in cui notizie obsolete, irrilevanti o dannose possono continuare a circolare, potenzialmente causando problemi alle persone coinvolte, ad esempio alla loro reputazione online, che si riversa poi nella vita privata. In risposta a questa sfida, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, anche detto GDPR, dell’Unione Europea ha introdotto il concetto di “diritto all’oblio“, che include la possibilità di “cancellare notizie da internet” e altre informazioni personali obsolete o non più rilevanti.

Il diritto all’oblio in rete e la sua imprescindibile importanza

Per comprendere meglio la portata e l’importanza del c.d. diritto all’oblio è necessario comprendere come Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo e svolge un ruolo fondamentale nella diffusione di informazioni online. Tuttavia, Google non è il diretto responsabile per il contenuto che appare nei risultati di ricerca. Piuttosto, il suo ruolo è quello di indicizzare e mostrare le informazioni disponibili anche online.

Quando si tratta di eliminare notizie da Google, il processo coinvolge diverse parti, tra cui l’editore del contenuto, l’autore, i titolari dei diritti dei motori di ricerca come Google. Non può non menzionarsi il Regolamento sulla protezione dei dati personali, anche noto come GDPR, il quale all’art. 17 disciplina proprio il diritto alla cancellazione dei dati personali dal web.

Il Garante privacy: un valido aiuto per il rispetto della privacy in rete

Il Garante privacy, o l’autorità di protezione dei dati, è un organismo indipendente che si occupa di proteggere i diritti dei cittadini in materia di privacy e protezione dei dati personali. In diversi paesi, tra cui l’Italia, il Garante privacy ha un ruolo rilevante nel processo di eliminazione di notizie da Google. In Italia, il diritto all’oblio è riconosciuto e tutelato dal Garante privacy.

Secondo la normativa italiana ed europea sopra menzionata, un individuo può richiedere la rimozione di notizie o informazioni personali obsolete o dannose che appaiono nei risultati di ricerca di Google. Questo diritto si basa sulla considerazione che le informazioni obsolete o dannose possono arrecare pregiudizio alla reputazione e alla vita privata delle persone. Appare possibile, quindi, per rendere effettiva la tutela che un individuo leso possa inizialmente contattare l’editore o l’autore del contenuto e richiedere la sua rimozione o modifica.

Questo passo è importante perché, in alcuni casi, è possibile risolvere la questione senza coinvolgere direttamente Google. Ancora, secondo passaggio è quello di contattare Google presentando una formale richiesta di rimozione delle notizie lesive. Se l’editore o l’autore non risponde o rifiuta la richiesta, ovvero Google non tutela la posizione dell’individuo, questi può può rivolgersi al Garante privacy per ottenere assistenza formando un reclamo.

Il Garante privacy valuterà la richiesta e, se ritenuta valida, interverrà contattando l’editore o l’autore e chiedendo una soluzione amichevole. In alcuni casi, il Garante può anche prendere provvedimenti più incisivi, come l’emissione di sanzioni o richieste di rimozione obbligatoria.

Il provvedimento del Garante sulla reputazione online

Un esempio di provvedimento del Garante privacy è il seguente. Nel presente caso, il soggetto interessato lamenta il pregiudizio derivante dalla reputazione personale e professionale dovuto alla presenza online di informazioni relative a indagini giudiziarie in corso, che sono state in parte smentite nel corso delle indagini preliminari condotte dalla Procura.

Il soggetto interessato fa notare che alcune citazioni citate negli articoli online, accessibili tramite gli URL specifici oggetto di richiesta di rimozione, prelevati da documentazione segreta che è a disposizione solo delle forze dell’ordine, degli indagati, della Procura della Repubblica, del Tribunale e dei difensori degli indagati. Viene fatto notare come la disponibilità di tali informazioni potrebbe ledere il suo diritto alla privacy e al diritto all’oblio, in quanto le informazioni in questione sono obsolete, smentite o basate su documentazione segreta.

Il Garante tuttavia fa presente che gli articoli reperibili tramite gli URL oggetto di richiesta di rimozione riguardano una vicenda giudiziaria di recente data che coinvolge l’individuo in questione e le contestazioni riguardanti gravi condotte nell’esercizio della sua attività professionale. È importante notare che l’autorità competente, come il Garante privacy o altre istituzioni simili, non può sindacare direttamente l’accuratezza delle informazioni fornite dagli organi di stampa senza la presenza di elementi oggettivi che dimostrino l’inesattezza dei dati.

Altro esempio di provvedimento del Garante privacy italiano: il bilanciamento del diritto all’oblio con quello alla cronaca

Il reclamo in esame  pone l’accento sulla necessità di rimuovere tali URL dai risultati di ricerca associati al proprio nome. Il reclamante sostiene che queste informazioni, risalenti ad anni precedenti, non sono più rilevanti e possono pregiudicare la sua reputazione personale e professionale. Il reclamante sottolinea che la società di intermediazione è stata coinvolta in vicende di dissesto economico, ma sostiene che tali fatti non sono più attuali e possono arrecare un pregiudizio ingiusto.

Secondo Google, gli articoli collegati all’URL oggetto di richiesta di rimozione riportano notizie di cronaca pubblicate nel corso del 2016 da testate giornalistiche internazionali specializzate nell’informazione finanziaria, quindi meritevoli di stare online per l’interesse pubblico. Questi articoli riguardano il fallimento di una società di trading, fondata e gestita esclusivamente dal reclamante, che avrebbe generato perdite milionarie a danno di alcune delle principali banche d’investimento.

Inoltre, gli articoli attribuiscono al reclamante altri due fallimenti, oltre a quello della società di trading XX, e sottolineano che l’individuo avrebbe operato sui mercati finanziari senza la necessaria autorizzazione da parte dell’autorità di regolamentazione finanziaria, la Financial Conduct Authority. Il garante, effettuando un bilanciamo tra i due diritti, cronaca e diritto all’oblio, ritiene fondato al 50% il reclamo, ordinando la cancellazione di alcune URL in cui si fa riferimento allo specifico nominativo dell’interessato.

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