Al giorno d’oggi, tutti noi siamo fortemente influenzati dalla presenza online. Google, uno dei motori di ricerca più utilizzati al mondo, gioca un ruolo fondamentale nella creazione del nostro profilo digitale. Tuttavia, ci sono momenti in cui desideriamo controllare quali informazioni sono accessibili al pubblico.
Questa crescente consapevolezza ha portato molte persone a chiedersi “come cancellare le notizie da internet?” e “come eliminare un articolo di giornale da internet?” Le ragioni possono variare, dalla protezione della privacy alla gestione della propria reputazione online. In un’era in cui le informazioni possono essere facilmente condivise e conservate online, diventa sempre più importante comprendere le opzioni disponibili per controllare la nostra presenza digitale. La rimozione dei contenuti da Google è diventata una pratica sempre più comune, spinta da una serie di motivazioni che vanno dalla protezione della privacy all’eliminare informazioni personali da Google obsolete o dannose. In relazione alla tema di eliminare link da Google, arrivano importanti notizie dagli Stati Uniti.
Qual è il peso della nostra identità online?
L’identità online è diventata una parte intrinseca delle nostre vite. Dai profili social ai risultati di ricerca, la nostra presenza digitale influisce su come siamo percepiti dagli altri. Questa crescente consapevolezza ha portato molte persone a riflettere su quali informazioni vogliono condividere pubblicamente e su come proteggere la propria immagine online. Quindi, si comprende che le ragioni dietro la scelta di eliminare notizie da Google possono essere diverse e spesso molto soggettive.
Una delle principali motivazioni è la protezione della privacy. Gli individui vogliono mantenere sotto controllo quali dettagli personali sono accessibili online, riducendo così il rischio di furti di identità o di abusi di dati. Ancora, nel corso del tempo, le notizie personali presenti in rete, se non aggiornate, possono diventare obsolete o anche irrilevanti per la collettività. Ad esempio, vecchie pagine web, informazioni di contatto obsolete o dati associati a eventi passati possono non essere più rilevanti per la vita attuale degli individui. La rimozione di tali contenuti consente alle persone di presentare una rappresentazione più accurata e attuale di se stesse online.
Si deve tenere presente anche l’impronta digitale professionale che, al giorno d’oggi, sta diventando sempre più importante nella ricerca di lavoro e nella costruzione di carriere. Molte persone, infatti, scelgono di eliminare contenuti che potrebbero danneggiare la loro immagine agli occhi dei potenziali datori di lavoro. Questa decisione strategica è volta a garantire che solo informazioni positive e pertinenti emergano nei risultati di ricerca.
Il bilanciamento tra diritto all’oblio ed informazione
Piccola precisazione deve farsi rispetto al bilanciamento dei diritti del singolo ed il diritto alla conoscenza della collettività. Infatti, la rimozione dei contenuti da Google solleva questioni più ampie di natura ontologica tra la privacy individuale e il principio della libera informazione. Mentre è essenziale proteggere la privacy, è altrettanto importante garantire che l’accesso alle informazioni autentiche e pertinenti non sia limitato in modo eccessivo.
Le novità in arrivo dagli Stati Uniti
In questa settimana, Google ha annunciato nuove modifiche nel campo della privacy che offrono agli utenti negli Stati Uniti maggior controllo sui risultati di ricerca che li coinvolgono personalmente online. Il colosso tecnologico ha rivelato l’introduzione di una dashboard innovativa, attraverso la quale gli utenti possono tenere traccia dell’eventuale presenza dei risultati web contenenti le proprie informazioni di contatto all’interno del suo motore di ricerca.
In modo esplicito, Danielle Romain, Vicepresidente di Trust presso Google, ha affermato in un articolo pubblicato giovedì sul blog che sarà possibile richiedere tempestivamente la cancellazione di tali risultati direttamente dall’interfaccia stessa. Romain ha ulteriormente precisato che Google fornirà avvisi quando emergono nuovi risultati web contenenti le informazioni di contatto dell’utente, al fine di offrire una maggiore tranquillità in termini di controllo.
Il tentativo di Google negli USA di avvicinarsi al diritto all’oblio europeo
Google sta compiendo passi significativi, seppur circoscritti, verso l’implementazione di una versione americana delle leggi europee sul “diritto all’oblio”, che prevedono la rimozione legalmente obbligatoria di determinati contenuti online. Tuttavia, i recenti aggiornamenti nel contesto statunitense rimangono focalizzati su immagini personali esplicite e dettagli di contatto. Questo sviluppo è considerato un primo passo verso una maggiore protezione della privacy digitale negli Stati Uniti, ma alcuni sottolineano che l’approccio americano è ancora in ritardo rispetto a quello dell’Unione Europea.
Appare utile sottolineare come il diritto all’oblio è stato introdotto inizialmente dall’Unione Europea nel 2014 con la sentenza Costeja emessa dalla Corte di Giustizia EU, la quale ha sancito, per la prima volta, la possibilità per gli individui di richiedere la rimozione di informazioni personali online quando queste sono obsolete o dannose.
Questo diritto prevede che i motori di ricerca, come Google, debbano rispettare le richieste di rimozione se queste soddisfano determinati criteri. Tuttavia, va notato che, nel 2019, lo stesso tribunale ha stabilito che il “diritto all’oblio” non è vincolante al di fuori dei confini dell’Unione Europea.
In contrasto con il quadro giuridico europeo, gli aggiornamenti di Google negli Stati Uniti sono attualmente limitati a contenuti specifici, concentrandosi principalmente su immagini personali esplicite e dati di contatto. L’iniziativa descritta dimostra da parte di Google una consapevolezza crescente riguardo alla protezione della privacy, ma l’ambito di copertura è comunque ancora circoscritto rispetto alla variante europea.
La necessità di un approccio più ampio e completo alla privacy digitale è stata sottolineata da molti sostenitori della tutela dei dati, che ritengono che gli Stati Uniti debbano allinearsi meglio con le norme europee per garantire una maggiore protezione degli individui online.