Oggigiorno, la tecnologia e l’informazione si fondono sempre più per creare una nuova realtà virtuale e, per questo, emergono sfide legate alla privacy, alla dignità e alla reputazione personale. In questo contesto, il concetto di diritto all’essere dimenticati, che viene chiamato nel gergo diritto all’oblio, ha guadagnato sempre più rilevanza.
Esso si basa sull’idea che le persone devono avere il controllo sulle informazioni riguardanti la loro vita passata e non più rilevanti nel presente. In questo articolo, vedremo come gestire la web reputation, relativamente a rimuovere le notizie che ti riguardano su Google.
Le origini del diritto all’oblio e l’importanza della reputazione online
Il diritto all’oblio è nato come risposta alle sfide poste dall’archiviazione digitale persistente. In passato, i fatti potevano essere dimenticati nel corso del tempo ma, nell’era digitale, le informazioni possono persistere per un tempo illimitato su internet, influenzando la vita di un individuo anche dopo molti anni. Questo concetto è emerso principalmente nell’Unione Europea, dove la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che gli individui hanno il diritto di richiedere la rimozione di informazioni obsolete, inesatte o dannose dai risultati dei motori di ricerca.
Il concetto di diritto alla cancellazione dei dati personali è sempre più inscindibilmente legato al concetto di reputazione online il quale, a sua volta, è diventato un componente fondamentale della vita moderna. Ogni giorno, persone, datori di lavoro, istituzioni educative e altri soggetti cercano informazioni su altre persone proprio tramite i motori di ricerca ed online.
Una reputazione online positiva può aprire porte, creare opportunità professionali e personali e contribuire a stabilire la nostra credibilità. D’altra parte, informazioni negative o imprecise possono causare danni significativi, limitando le opportunità e causando disagio emotivo.
I contenuti che si possono trovare sul web ed online, si pensi ai social network, alle piattaforme di streaming, ai blog e così via, possono riguardare una vasta gamma di aspetti della vita: dalle attività sociali ai risultati accademici, dalle opinioni politiche alle relazioni personali. Inoltre, la diffusione virale delle notizie e il potere dei social media hanno reso più difficile il controllo delle informazioni personali.
Il Bilanciamento tra diritto all’essere dimenticati e libertà di espressione
Il diritto all’essere dimenticati mira a proteggere la privacy e la dignità delle persone. Tuttavia, deve essere bilanciato con altri diritti fondamentali, come la libertà di espressione ed il diritto all’informazione. Questo equilibrio può essere delicato, poiché ciò che può essere considerato offensivo o dannoso da una persona potrebbe essere ritenuto un’espressione legittima da altri.
Inoltre, il diritto all’essere dimenticati può essere controverso quando si tratta di figure pubbliche o di eventi di interesse pubblico. Ad esempio, un politico che abbia avuto problemi legali nel passato potrebbe richiedere la rimozione di queste informazioni per migliorare la propria immagine, ma il pubblico potrebbe avere un legittimo interesse a conoscere il passato di chi sta prendendo decisioni che li influenzeranno.
La differenza tra deindicizzazione e cancellazione dei risultati dal web
Invero, due termini spesso discussi e confusi in questo contesto sono la “deindicizzazione” e la “cancellazione” dei dati personali da Google. Mentre entrambi si riferiscono alla rimozione di informazioni sensibili o obsolete, ci sono differenze cruciali tra di loro. La deindicizzazione implica la rimozione dell’associazione ad una specifica pagina o risorsa dai risultati dei motori di ricerca del nome o dei dati riconducibili ad un soggetto, in modo che non sia più visibile quando si effettua una ricerca utilizzando quei parametri. Tuttavia, queste notizie saranno comunque rinvenibili sul sito del webmaster. Invece, la cancellazione ha l’effetto di eliminare notizie da Google, in riferimento alla soppressione dei dati dalla fonte originale.
Come vengono visti la reputazione personale ed il diritto all’oblio nel mondo
Nello spazio dell’Unione Europea, il principio legale del diritto all’oblio impone a Google di rimuovere determinati risultati di ricerca dal suo indice in determinate circostanze. La cancellazione, secondo quanto riportato dall’art. 17 del GDPR ha la garanzia di ottenere la rimozione dei risultati “senza ritardi ingiustificati“, il che generalmente richiede circa un mese. Al contrario, invece, i cittadini degli Stati Uniti non possono avvalersi del “Diritto all’oblio” per ottenere la rimozione dei risultati di ricerca.
Nonostante siano state avanzate proposte legali negli Stati Uniti per istituire una legge simile (alcune delle quali risalgono addirittura al periodo precedente l’era di Internet), tale pratica non è stata implementata. Questo è spesso citato come un possibile conflitto con i diritti costituzionali alla libertà di espressione e solleva questioni relative alla censura. Alcuni altri paesi, come la Cina, hanno invece stabilito che il concetto di diritto all’oblio semplicemente non trova applicazione.