Il diritto all’oblio è ad oggi forma di garanzia utile a tutti gli utenti del web e consiste nella tutela della privacy nonché nella non diffusione o divulgazione, senza specifici motivi, di informazioni o notizie che possono costituire un precedente pregiudizievole dell’onore e alla reputazione di una persona, per tali intendendosi principalmente i precedenti giudiziari di una persona. Il diritto ad essere dimenticati online invece consiste nella cancellazione dagli archivi online, anche a distanza di anni, di tutto il materiale che può risultare sconveniente e dannoso per soggetti che sono stati protagonisti in passato di fatti oggetto di cronache. Preposto al controllo è il Garante Privacy, il quale deve attenersi a delle regole precise, quali quelle inserite nell’art. 17 del GDPR al fine di concedere il diritto all’oblio al richiedente.
Il Garante Privacy e la tutela delle immagini personali sul web
Il diritto all’oblio consiste nell’evitare che notizie, URL ma anche immagini che possano ledere la reputazione online del soggetto vengano diffuse sul web.
Il Garante Privacy italiano ha stilato alcuni utili consigli per evitare che le immagini diffuse online rechino pregiudizio all’interessato.
Il Garante, proprio nelle linee guida in merito, spiega che diffondere immagini di terzi non è reato né costituisce violazione della privacy laddove queste vengano inserite sul web con il consenso delle stesse.
Tuttavia, i soggetti interessati, potrebbero non volere apparire online o potrebbero, addirittura, sentirsi in imbarazzo dalla pubblicazione. È bene, dunque, yaggare o postare foto di terzi solo quando si è sicuri che all’altra persona stia bene la pubblicazione.
Controllare la privacy delle immagini
A questo proposito è utile chiarire che i principali social network consentono all’utente di poter scegliere facilmente a chi far vedere le foto o le immagini, ma anche i post a determinati soggetti: es. “amici di amici” o anche solo “amici”.
Sui social non è infrequente che ci si in immagini che possano offendere la reputazione altrui ovvero che siano lesivi dell’onore di una certa categoria. Così come su Facebook, che ha una privacy policy molto rigida e permette agli utenti oltre di scegliere il livello di privacy, anche quello di segnalare i post o i commenti, e, nel caso di specie, le immagini che si ritengono lesivi.
Oggigiorno, la privacy, grazie al diritto all’oblio ed al GDPR consentono di limitare la privacy anche alla stessa app, al fine di accedere alla libreria foto presente sul dispositivo.