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Site icon Diritto All'Oblio su Google – Come Rimuovere il Proprio Nome dai Risultati di Ricerca

Diritto all’oblio su Google nel 2023: indicazioni dal Tribunale

Il diritto all’oblio e la deindicizzazione sono due concetti che, sebbene siano strettamente correlati, sono anche profondamente diversi. Entrambi hanno come scopo principale quello di garantire la privacy e la protezione dei dati personali, offrendo così ai cittadini maggiore controllo su come e quando i loro dati vengono utilizzati. Il diritto all’oblio e la deindicizzazione vengono spesso utilizzati dai cittadini per tutelare la propria privacy e la propria reputazione online, poiché consentono di eliminare notizie da Internet.

Di recente, l’Unione Europea ha introdotto le norme sulla protezione dei dati personali, che hanno dato ai cittadini un maggiore controllo su come i loro dati possono essere utilizzati. Queste stesse normative prevedono anche l’obbligo per i motori di ricerca di offrire ai cittadini la possibilità di richiedere la rimozione di link o contenuti da tali fonti. 

Cosa si intende per diritto all’oblio

Il diritto all’oblio è un principio giuridico che si propone di proteggere i diritti fondamentali della privacy e della protezione dei dati personali. Secondo questa definizione, tutti i soggetti interessati possono richiedere, a determinate condizioni, che i loro dati personali siano rimossi da database, siti web e altre forme di archiviazione, e possono anche richiedere che i loro dati non siano più visibili sui motori di ricerca e sui social media.

Il concetto di deindicizzazione come surrogato del diritto all’oblio

La deindicizzazione, al contrario, è un‘azione più specifica e mirata. In questo caso si tratta di un processo automatico che prevede la rimozione di link, immagini o contenuti da motori di ricerca, siti web o altre forme di archiviazione. La deindicizzazione è una tecnica che viene utilizzata per proteggere i dati personali, poiché impedisce che tali contenuti siano visibili nei risultati di ricerca.

Le nuove indicazioni della Riforma Cartabia sul diritto all’oblio

La circolare che è stata resa pubblica dal Tribunale di Modena a seguito della nuova riforma Cartabia, che ha colpito, come meglio si comprenderà da questo approfondimento, anche il diritto all’oblio, fornisce le prime indicazioni operative sul nuovo diritto all’oblio, regolato dall’articolo 64 ter delle Disposizioni d’attuazione del Codice di procedura penale. Il documento, stabilisce che le persone assolte o con procedimenti archiviati hanno il diritto di chiedere che le notizie relative a loro e/o ai loro atti non siano più indicizzate dai motori di ricerca. La circolare fornisce dunque la guida necessaria ai motori di ricerca per applicare le disposizioni di legge in merito al diritto all’oblio.

La funzione del Dirigente di cancelleria con la Riforma Cartabia

In particolare, si legge nella circolare, è previsto che il Dirigente apponga e sottoscriva in calce all‘originale del provvedimento una annotazione ai sensi dell‘articolo 17 del regolamento sulla protezione dei dati personali. Inoltre, è necessario allegare alla richiesta il provvedimento come sopra annotato e rilasciare, se richiesta, copia semplice o con attestazione di conformità del provvedimento come sopra annotato, o certificazione di avvenuta annotazione. Invero, questo provvedimento è un importante punto di riferimento in materia di tutela dei dati personali. Si tratta di una disposizione che mira a proteggere i diritti dei cittadini in materia di privacy, stabilendo regole chiare e precise per il soddisfacimento degli interessi tutelati dal Codice di rito e del GDPR. Si tratta di una misura innovativa e di grande importanza che va a sostituire vecchie norme, rendendo più efficace la tutela dei dati personali degli individui.

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