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Site icon Diritto All'Oblio su Google – Come Rimuovere il Proprio Nome dai Risultati di Ricerca

Il diritto all’oblio Google nel mondo

Il diritto all’oblio è un importante strumento per proteggere la privacy delle persone in un’era digitale sempre più connessa. Tuttavia, è importante comprendere che questo diritto non è assoluto e deve essere bilanciato con altri diritti e interessi. Per richiedere la rimozione dei tuoi dati personali da Internet, è fondamentale seguire la procedura corretta e fornire informazioni dettagliate sulla tua richiesta. La privacy online è un argomento in costante evoluzione, e le leggi e le pratiche cambiano nel tempo. È quindi consigliabile restare sempre informati su quelle che sono le leggi locali e sulle politiche delle aziende online per comprendere appieno i tuoi diritti e le tue opzioni quando si tratta di eliminare i dati personali da Internet attraverso il diritto all’oblio.

Un breve sguardo alla procedura per richiedere la cancellazione dei dati personali dal web

La procedura per richiedere il diritto all’oblio può variare a seconda della giurisdizione e della piattaforma online coinvolta. Ecco una guida generale su come procedere:

Prima di tutto, è sempre opportuno identificare in maniera compiuta i dati personali che si desiderano rimuovere. Questi potrebbero essere post su social media, risultati di ricerca su motori di ricerca o informazioni presenti su siti web.

Nel contesto del GDPR, ed in particolare dell’art. 17,  molte aziende hanno nominato un Responsabile del Trattamento dei Dati (Data Protection Officer, DPO) o un contatto per la privacy. Se non si vuole già partire con una segnalazione formale il primo passo è sicuramente quello di contattare questa persona al fine di avviare il processo in maniera bonaria. In genere, si possono trovare le informazioni di contatto sul sito web dell’azienda o tramite la loro informativa sulla privacy.

La richiesta deve includere informazioni chiare e dettagliate sui dati che desideri rimuovere e le ragioni per cui si ritiene che devono essere rimossi. Assicurati di includere il tuo nome, le tue informazioni di contatto e qualsiasi documento di identità richiesto.

Una volta inviata la richiesta, il soggetto interpellato avrà un certo periodo di tempo per rispondere, di solito entro 30 giorni. Durante questo periodo, la richiesta verrà esaminata e si valuteranno se ci sono effettivamente gli estremi per poter addivenire al diritto all’oblio.

Il soggetto, che sia il DPO oppure lo stesso Google, può rispondere in vari modi, potrà dunque accettare la richiesta e procedere con la rimozione dei dati, oppure respingere la richiesta e spiegare le ragioni del rifiuto. In caso di un rifiuto, è possibile presentare un reclamo alle autorità di regolamentazione competenti.

Il diritto all’oblio nel mondo: il caso del Canada

Il diritto all’oblio è una questione cruciale nel mondo digitale, che si è recentemente riflessa in una sentenza importante della Corte d’Appello Federale in Canada. In questa sentenza, la Corte ha stabilito che il motore di ricerca Google è soggetto alla legge federale sulla privacy, aprendo la strada a individui che desiderano che i loro nomi siano resi non ricercabili online. La Corte d’Appello Federale ha deciso con una votazione di 2-1 che Google, responsabile di circa il 75% delle ricerche su Internet in Canada, non può beneficiare di un’esenzione prevista dalla legge federale per il lavoro giornalistico o artistico. Il giudice John Laskin ha scritto per la maggioranza che Google non raccoglie, utilizza o divulga informazioni personali per scopi giornalistici, e anche se lo facesse, non lo farebbe esclusivamente a tale scopo.

Il fatto da cui trae origine la sentenza

L’origine del caso risale al 2017, quando un individuo, il cui nome e dettagli sono mantenuti riservati nella sentenza, ha presentato una denuncia presso il Commissario federale per la privacy. Quest’uomo ha affermato che informazioni obsolete e inesatte su di lui, contenute in articoli di giornale online, stavano causando gravi danni personali, tra cui aggressioni fisiche, discriminazione sul lavoro, stigmatizzazione sociale significativa e paura costante. Il ricorrente desiderava che queste informazioni venissero cancellate o, in altre parole, rese non ricercabili online, a meno che qualcuno non conoscesse gli URL specifici dei siti web contenenti il suo nome. Alla fine, il Commissario per la privacy ha deciso di portare la questione davanti alla Corte federale per determinare se avesse giurisdizione per affrontare il reclamo in base alla legge sulla protezione delle informazioni personali e sui documenti elettronici.

La decisione della Corte federale e la portata della sentenza

La decisione della Corte d’Appello Federale segna un importante sviluppo nel diritto all’oblio in Canada e ha rafforzato la posizione di coloro che cercano di cancellare notizie da internet ovvero di proteggere la propria privacy e la reputazione online. La sentenza riconosce che i motori di ricerca come Google hanno una responsabilità nel trattamento delle informazioni personali e che il diritto all’oblio può essere applicato anche in situazioni in cui le informazioni sono obsolete o inesatte.

In definitiva, questa sentenza sottolinea l’importanza della protezione della privacy nell’era digitale e stabilisce un precedente significativo per il diritto all’oblio e la gestione delle informazioni personali online.

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