Eliminare notizie da Google può essere una sfida ma è possibile. Laddove la notizia o il contenuto mostrato su Google risultino scorrette, obsolete o offensive l’interessato può richiederne la cancellazione attraverso il c.d. diritto all’oblio. Brevemente, la prima cosa da fare è contattare direttamente la fonte della notizia. Se la notizia viene da un sito web o da una rivista, contattare il proprietario o l’editor in capo e chiedere se è possibile rimuovere la notizia. Ancora, nel caso in cui la prima opzione non sia soddisfacente, è possibile contattare direttamente Google, il quale offre una procedura per la rimozione del contenuto che non rispetta i suoi Termini di Servizio. Per iniziare, è necessario inviare una richiesta di rimozione attraverso sul modulo Google che si trova a questo link. Un’altra opzione il reclamo al Garante della privacy, che è un ente autonomo con il compito di sorvegliare la protezione dei dati personali. Questo si occupa di tutelare i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche, in particolare il diritto alla protezione dei dati personali.
Il provvedimento del Garante: la lesione del diritto all’immagine
In questo provvedimento si discute sul caso di un soggetto il quale ha presentato una richiesta di rimozione di un URL associato al suo nome a Google LLC. La richiesta è stata fatta in seguito alla pubblicazione di una foto scattata da uno dei partecipanti a una cena due anni prima, senza il consenso della persona interessata. Il giornale “Next Quotidiano“ ha successivamente ripreso la fotografia e l‘ha collegata alla sua candidatura alle elezioni municipali con la lista “XX“. La pubblicazione, secondo il reclamante, non è giustificata da alcuna attualità, né dal ruolo ricoperto dalla persona interessata, ledendo significativamente il suo diritto all’immagine. La legittimità della pubblicazione non è giustificabile neanche in base al diritto di cronaca, che deve essere interpretato in senso restrittivo. Tuttavia il Garante ritiene il reclamo infondato in quanto il contenuto in questione si riferisce ad una serie di manifestazioni politiche rilevanti effettuate da alcune persone che erano state nominate per rappresentare gli interessi di una comunità in un determinato momento. L’interessato ha un ruolo di rilievo nella vita pubblica, in quanto è stato scelto come candidato idoneo a prendere decisioni politico-amministrative ed è stato anche professionalmente attivo come consulente aziendale.
Reperibilità dei dati obsoleti
L‘interessato, come si evince da questo provvedimento, si è lamentato del pregiudizio che deriva dalla reperibilità in rete di vicende giudiziarie che non hanno coinvolto l’interessato in alcun modo, tuttavia, le stesse risultavano ancora essere disponibili in rete danneggiando la propria reputazione personale e professionale. Secondo il Garante della privacy chiarisce come vi sia stata un’inchiesta giudiziaria legata ai soggetti coinvolti, incluso il reclamante, che secondo le dichiarazioni rese e confermate da articoli recenti non è stato coinvolto. Il certificato dei carichi pendenti prodotto confermava che la vicenda fosse conclusa senza un coinvolgimento del reclamante. Tuttavia, dice il Garante, l’esistenza degli articoli collegati al nome del reclamante può causare un impatto sproporzionato sulla sua sfera giuridica. Per questo motivo, l’autorità dichiara il reclamo fondato.
Il diritto all’oblio rispetto a condanne non più attuali
Ancora, in questo provvedimento, l’interessato ha ha invocato il diritto di non essere rappresentata da una notizia non più attuale, che aveva pregiudicato la propria reputazione. Tale richiesta è stata inoltrata a Google, ma è stata rifiutata perché ritenuta ancora pertinente per le finalità di interesse pubblico. La fotografia in questione che si trova all’URL segnalata mostrava una persona, l’interessato, in evidente stato di alterazione con il logo della Polizia di Stato, che fa pensare sia una foto segnaletica. La diffusione di questo tipo di foto senza autorizzazione è vietata e può essere fatta solo per scopi di giustizia e polizia. Per questo motivo il garante ha accolto il ricorso.
Il diritto all’oblio rispetto al consenso dell’interessato
Il ricorrente, in questo provvedimento, lamentava la pubblicazione di un articolo avente una foto che mostrava un gruppo di persone riunite attorno ad un tavolo in un ristorante di Roma. Tutti gli individui erano intenti a porre in essere il celebre “Saluto Romano”. Si scopre in seguito che l’autore della foto ha pubblicato l’immagine su Facebook senza il consenso espresso dei partecipanti alla cena e a loro insaputa. Per questo veniva avanzata la richiesta di rimozione della foto a Google, quantomeno in associazione al proprio nome. La richiesta, tuttavia, è stata rigettata a causa della portata dannosa dell’immagine associata all’URL. Secondo il garante la notizia in associazione alla fotografia di cui si parla, fa riferimento a delle informazioni che risalgono all’anno 2016 e che sono state pubblicate da un movimento politico, con lo scopo di dare conto degli orientamenti politici di alcune persone candidate a rappresentare gli interessi di una comunità, pertanto il reclamo è stato considerato infondato.