Il diritto all’oblio, introdotto nel nostro ordinamento dall’art. 17 del Regolamento (UE) nr. 679/2016 sulla protezione dei dati personali, anche conosciuto come GDPR, è confacente a quel diritto di essere dimenticati.
La norma di cui sopra determina una serie di cause alla presenza delle quali il soggetto interessato ha il diritto di ottenere dal Titolare del Trattamento l’eliminazione delle notizie pregiudizievoli allo stesso relative senza margini di ritardo. Per fare un esempio, un soggetto può richiedere la cancellazione del proprio nome da Google ovvero la rimozione dalle notizie dalle ricerche Google, nel caso in cui i propri dati personali non siano più indispensabili rispetto alle finalità per i quali venivano conseguiti o trattati o quando si sia revocato il consenso al trattamento o quando ancora i dati siano stati raccolti in maniera illecita.
Ad oggi, il diritto all’oblio è stato anche oggetto di riforma Cartabia sul processo penale, la quale determina l’ottenimento automatico della cancellazione dal web delle notizie de qua laddove sia incorso un provvedimento dell’autorità giudiziaria di assoluzione piena.
Diritto all’oblio in Israele: la novità
La vicenda ha dell’incredibile, infatti tre ragazzi israeliani, che prestavano servizio in unità informatiche militari, hanno scoperto come localizzare l’impronta digitale di un soggetto e fornire gli strumenti per eliminarla. La società Mine, che è stata co-fondata da Gal Ringel, Gal Golan e Kobi Nissan, i tre giovani, si propone di usare l’intelligenza artificiale al fine di mostrare agli utenti dove vengono archiviate le loro informazioni, come ad esempio se un negozio di scarpe online ha conservato i nostri dati dopo l’acquisto di una scarpa anche tre anni orsono.
La tecnologia AI dell’azienda
La tecnologia AI dell’azienda , molto all’avanguardia permette di scansionare le righe dell’oggetto delle e-mail degli utenti e segnala dove vengono archiviati i dati. Dunque le persone possono scegliere quali delle informazioni vogliono rimuovere e dunque usare il diritto all’oblio.
Dicono i tre giovani precisano che non stanno dicendo “alle persone di non usare Facebook o Google. Diciamo: vai avanti, divertiti, usa quello che vuoi”, il loro intento è quello di mostrare alle persone cosa internet sa di loro e qual è il rischio a cui vanno incontro, soprattutto come rimuovere il rischio e come utilizzare il diritto all’oblio, in un’epoca dove l’internet prende sempre più il sopravvento.
La legislazione israeliana sul diritto all’oblio
La legislazione israeliana sulla privacy è stata fortemente criticata dai giovani imprenditori informatici, in quanto inadeguata per affrontare le sfide online di oggi, infatti i hanno affermato che “la privacy è un po’ come la salute o l’aria: non ne sentiamo davvero il bisogno finché non vediamo davvero quanto ci manca”. Tuttavia, anche se la consapevolezza pubblica sui diritti alla privacy sia stata lenta essere adottata, molte aziende si stavano rendendo conto che le migliori pratiche sulla privacy erano un buon affare.