Il termine diritto all’oblio viene inteso quale potere di disporre dei propri dati personali, il termine disposizione in questo caso viene comunemente inteso quale rimozione di tutti quei dati personali che si presentano sotto forma di articoli o notizie nel web di dominio pubblico e che riguardano il soggetto interessato. Laddove si sui l’espressione diritto all’oblio, si fa riferimento alla facoltà dell’interessato ad essere dimenticato o non essere più collegato ad una determinata notizia che lo riguarda, la quale può creargli pregiudizio ed un danno alla reputazione. Per fare il punto della situazione è bene chiarire cosa si intende con il termine “indicizzazione”. Ebbene, i motori di ricerca attraverso parole chiave e tag appositi, organizzano un contenuto, al fine di includerlo nell’indice della barra di ricerca dell’internet, rendendolo così maggiormente visibile agli altri utenti. La deindicizzazione, ex adverso, è il procedimento opposto all’accennata indicizzazione: rende non direttamente accessibile un determinato contenuto attraverso i motori di ricerca esterni all’archivio in cui quel contenuto si trova. Quest’ultimo è cosa ben diversa dalla rimozione delle informazioni, le quali vengono eliminate del tutto dalla rete.
I nuovi orientamenti americani
Il diritto all’oblio viene definito all’interno del Regolamento generale sulla protezione dei dati o anche definito comunemente con l’acronimo di GDPR. Qualche giorno fa è comparso un insolito Tweet sull’account della polizia di Toronto. In questo tweet venivano descritti due giovani scomparsi nella zona e sotto la loro foto veniva posta la scritta “Right to be Forgotten”. Questa è stata una lodevole iniziativa della Polizia locale di Toronto, la quale ha inteso immettere la frase in questione sulle foto dei soggetti esposte al pubblico per una ragione molto semplice: assicurarsi che la vita privata e passata dei soggetti, soprattutto quando include incidenti, come ad esempio precedenti penali e così via, non possa essere utilizzata per rovinare, in questo caso, ai due giovani, la loro reputazione futura. La polizia di Toronto, ha chiarito, tra le altre cose che il diritto all’oblio non è ancora presente nello stato del Canada.
La rimozione dei contenuti dal web
Tutto ciò è stato operato di spontanea volontà dalla polizia di Toronto, la quale ha pensato bene di evitare che poi si potesse ricorrere a vie legali per adire l’Autorità garante Privacy oppure lo stesso motore di ricerca. Chi può richiedere la rimozione dei contenuti su Google? Infatti, chiunque può richiedere la cancellazione di un contenuto o di una notizia che ti trovi pubblicamente sul web e che per questo sia pregiudizievole per la persona. Infatti, a riprova di quanto appena detto, è bene chiarire che Google offre la possibilità di poter inviare siffatta richiesta anche per conto di altri, purché questi siano legalmente autorizzati a farlo. Dunque in tal senso, l’interessato deve delegare con apposito atto di delega colui che presenta la richiesta. Il diritto all’oblio, così come descritto sino a questo momento, dunque, si propone, ancora, uno dei maggiori istituti al fine di permettere agli utenti del web di rimuovere le notizie e le URL che possono creare loro pregiudizio che possa andare a compromettere la reputazione online sia personale che professionale del soggetto interessato.