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Site icon Diritto All'Oblio su Google – Come Rimuovere il Proprio Nome dai Risultati di Ricerca

Diritto all’oblio Google, Italia prima per le richieste

Il diritto all’oblio viene definito dagli studiosi e dalla normativa vigente quale diritto che consente a un individuo di richiedere la rimozione da internet di informazioni che possono ledere la sua reputazione o la sua privacy. Si tratta di un concetto relativamente nuovo, ma che sta guadagnando sempre più popolarità in Europa.

Il Regolamento sulla protezione dei dati personali

Il diritto all’oblio è regolato dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea. In base al GDPR, un individuo ha il diritto di richiedere la rimozione dei propri dati personali da qualsiasi fonte, se ritiene che tali dati non siano più necessari. La rimozione dei dati personali può essere eseguita su richiesta dell’individuo, oppure su decisione di un’autorità di protezione dei dati. Se una persona decide di avvalersi del diritto all’oblio, può chiedere che la sua informazione personale, come ad esempio il nome, l’indirizzo, i dati di contatto, etc. siano rimossi da qualsiasi archivio o database. Tale diritto all’oblio è riconosciuto anche nel caso in cui tali informazioni abbiano un’importanza storica o siano state utilizzate per scopi di ricerca. Nel caso di informazioni diffuse su Internet, le persone possono contattare i proprietari del sito web per chiedere la rimozione dei propri dati. Il diritto all’oblio è un diritto fondamentale della persona ed è uno dei principi cardine del GDPR. Con il diritto all’oblio, le persone hanno il diritto di scegliere quali informazioni vengono condivise con terze parti e di scegliere quali non. Si tratta di una protezione importante che aiuta a mantenere i dati personali al sicuro.

Il diritto all’oblio in Italia

Il diritto all’oblio in Europa è una questione di crescente interesse, in particolare in Italia, dove le richieste di rimozione di contenuti dai motori di ricerca sono aumentate drasticamente. In Italia,così come in Europa, la legge sulla privacy nonchè il diritto all’oblio è stata introdotta nel 2018. Da allora, le richieste di rimozione dei contenuti da parte dei motori di ricerca sono aumentate notevolmente, come riportato da un rapporto di ricerca recente. Secondo i dati raccolti, l’Italia è uno dei principali paesi europei per le richieste di rimozione, con più di 28.000 richieste inviate ai motori di ricerca nell’ultimo anno. 

Le misure in Italia per la rimozione dei contenuti lesivi dal web

Secondo uno studio condotto da Surfshark, gli italiani sono particolarmente sensibili al diritto all‘oblio, poiché considerano l‘informazione online come un importante mezzo di autodifesa. La cancellazione dei contenuti sensibili dai motori di ricerca può aiutare a proteggere la reputazione personale e professionale di un individuo. Inoltre, come detto, può anche contribuire a prevenire la diffusione di informazioni false o fuorvianti. Per questo motivo, l’Italia ha anche introdotto una serie di altre misure per proteggere la privacy online degli utenti. Ad esempio, le autorità italiane hanno introdotto la possibilità di richiedere la rimozione di contenuti illegali, come quelli che violano la legge sulla tutela dei minori. Inoltre, ci sono anche leggi che prevedono la rimozione dei contenuti che violano la privacy, come quelli che contengono dati sensibili, come quelli relativi all’orientamento sessuale o alla salute, per non parlare poi della recentissima Riforma Cartabia la quale ha modificato e semplificato la procedura per richiedere la rimozione dei contenuti che ledono la reputazione sul web.

 

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