L‘emergere della cosiddetta era digitale ha portato con sé una serie di nuove sfide e opportunità per i professionisti del diritto. Una delle più recenti è stata la definizione dei confini del c.d. “diritto all’oblio“, un principio di diritto che consente alle persone di richiedere la cancellazione di contenuti offensivi o lesivi della propria reputazione su Internet. Il diritto all‘oblio, allo stato, è un diritto fondamentale che tutela la privacy delle persone. È un diritto sancito ormai dalla legislazione europea, ai sensi dell’art. 17 del GDPR, ed afferma che “ogni individuo ha il diritto di vedere rimosso qualsiasi contenuto che possa compromettere, mettere a rischio o danneggiare la propria reputazione o la propria identità“.
L’importanza della giurisprudenza nel campo del diritto all’obli0
Non può non farsi un breve accenno alla famosa sentenza Costeja è stata una delle prime sentenze a trattare la questione del diritto all‘oblio. La sentenza è stata emessa nel maggio del 2014 dalla Corte di Giustizia dell‘Unione Europea ed è stata presa in considerazione una causa intentata da un cittadino spagnolo, Mario Costeja González, contro Google Spain S.L. e Google Inc. La causa verteva sul fatto che i motori di ricerca di Google erano in grado di ritrovare un annuncio di vendita di un immobile, pubblicato su un giornale dal 1998, che riguardava l‘immobile di Costeja. Costeja riteneva che l‘annuncio fosse ormai obsoleto e che non dovesse essere più visibile online, e quindi ha chiesto a Google di rimuoverlo. Tuttavia, Google ha respinto la richiesta.
L’importanza dell’Autorità indipendente per il controllo delle richieste di rimozione dei dati personali dal web
A questo punto non si possono non spendere alcune parole a sostegno della, ormai necessaria figura del Garante per la Privacy. Invero il Garante risulta essere di notevole importanza ai fini delle richieste di rimozione dei dati personali nonchè della gestione della privacy intesa come diritto all’oblio, oltre che, di grande importanza per garantire la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini. Svolge un ruolo fondamentale nel salvaguardare la riservatezza di ogni individuo in un’era digitale, promuovendo una maggiore sicurezza dei dati personali e delle informazioni sensibili. Inoltre, può essere un punto di riferimento per i cittadini che si sentono vittime di violazioni della privacy, fornendo loro consigli e informazioni utili su come tutelare i propri diritti.
La giurisprudenza della Corte di Cassazione italiana sulle richieste di cancellazione ai webmaster
In Italia, la questione del diritto all‘oblio è stata chiarita dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 2498/2019. In questa sentenza, la Corte ha stabilito che le persone hanno diritto ad essere tutelate dalla diffusione di informazioni inesatte, offensive o lesive della propria reputazione. In particolare, la Corte ha stabilito che le persone possono chiedere la cancellazione di contenuti offensivi o lesivi da un sito web o da un motore di ricerca.
Per ottenere la cancellazione dei contenuti ed eliminare notizie da Internet, le persone devono presentare una richiesta scritta con l’indicazione del contenuto da rimuovere e le ragioni per cui la rimozione è necessaria. La richiesta deve essere inviata al gestore del sito web o del motore di ricerca che ha pubblicato il contenuto. Altresì, la Corte di Cassazione ha stabilito che il gestore del sito web o del motore di ricerca ha il dovere di valutare la richiesta della parte interessata. Se la richiesta è fondata, il gestore deve rimuovere il contenuto in modo tempestivo e in modo definitivo.