Attraverso l’attuazione del Regolamento (UE) nr. 679/2016 è stato introdotto il nuovo Codice della Privacy, GDPR – letteralmente General Data Protection Regulation, in materia di protezione dei dati personali che introduce degli importanti strumenti a tutela del c.d. diritto all’oblio anche conosciuto come “il diritto all’essere dimenticati” o anche alla “cancellazione dei propri dati personali”. Il diritto all’oblio, può dunque aiutare a sparire dal web, ma vediamo qual è la sua base normativa. Strettamente collegato all’esercizio di tale diritto, di cui all’art. 17 del Regolamento anche detto GDPR, è proprio il diritto alla deindicizzazione dei dati personali da Google ovvero la possibilità per il soggetto interessato di far rimuovere dai risultati di ricerca i contenuti ritenuti lesivi della propria dignità personale e/o professionale, obsoleti o anche falsi. L’articolo 17 al par. 3 deroga i principi disposti dai paragrafi 1 e 2 statuendo la loro non applicabilità, tra le altre cose, laddove il trattamento è necessario per l’adempimento di un obbligo legale che richieda il trattamento previsto dal diritto dell’Unione o dello Stato membro cui e? soggetto il titolare del trattamento o per l’esecuzione di un compito svolto nel pubblico interesse ovvero nell’esercizio di pubblici poteri di cui è investito il Titolare del trattamento.
Si può davvero sparire dal web?
Premesso che non è possibile, per un utente che ha sempre utilizzato i servizi online e che è sempre stato sul web sparire definitivamente ovvero in maniera immediata da internet. Tuttavia ci sono degli step che questi può utilizzare al fine di rimuovere le notizie che lo riguardano da poco a poco. Il primo passo, necessario ed utile per eliminare i dati personali da internet è sicuramente quello di cancellare ogni traccia dal web, tra cui account social, tra cui Instagram, Facebook, Twitter etc. In questo modo si cancellano le tracce già dalla c.d. SERP, vale a dire il Search Engine Results Page di Google. Questo motore di ricerca dell’azienda di Mountian View risulta essere allo stato il sito web con maggiori visite al mondo e rimuovere la propria presenza dai risultati di Google risponde sicuramente ad un bel passo in avanti verso la sparizione totale dalla rete. Anche la Corte di Cassazione e le autorità italiane come ad esempio il Garante privacy ed giudici possono chiedere a Google la cancellazione di tutti i contenuti anche fuori dall’Unione Europea.
La deindicizzazione in ottemperanza al diritto all’oblio
Per poter cancellare quei i risultati personali da Google che l’utente non vuole più che siano diffusi sarà anche lo stesso motore di ricerca a mettere a disposizione un apposito modulo, il quale è idoneo alla rimozione degli stessi da internet. Una volta compilato in ogni sua parte e minuziosamente questo verrà inviato direttamente al Team di Google per essere analizzato. Google dovrà, non senza difficoltà, decidere in merito alla richiesta di cancellazione, che potrà essere accolta, con la conseguenza che le informazioni o le URL lesive verranno rimosse ovvero i dati e le pagine verranno deindicizzati, oppure rigettata. In quest’ultimo caso, potrebbe essere necessaria una integrazione per consentire a Google che non consentono al Team del motore di ricerca di decidere; ma anche potrebbe accadere che i contenuti siano già stati rimossi oppure, ancora più probabile, Google non ritiene di dover procedere alla rimozione dei contenuti lesivi della reputazione del soggetto in quanto nell’ottica di bilanciamento, il diritto all’oblio perisce rispetto a quello di nell’interesse generale della collettività ad essere informata riguardo una vicenda.