Il diritto all’oblio, o per chiamarlo con un inglesismo, il “Right to be Forgotten”, è un concetto di pressoché recente introduzione rispetto al campo del diritto della privacy. Invero, si tratta di un diritto, ad oggi riconosciuto anche grazie alla giurisprudenza come fondamentale. Quest’ultimo, infatti, ha il compito di garantire alle persone interessate il diritto di avere la propria identità nascosta, di eliminare informazioni personali da Google o di avere “giustizia digitale” rispetto alle informazioni che si possano reperire in rete e che siano pregiudizievoli per l’interessato stesso.
Google ed il diritto all’oblio ai sensi dell’art. 17 del GDPR
Il GDPR, anche chiamato General Data Protection Regulation, ovvero il regolamento sulla protezione dei dati personali è una legislazione europea che si applica a tutti i paesi dell’UE e che ha lo scopo di tutelare la privacy e i dati personali dei cittadini europei. È una legislazione che fornisce ai cittadini dell’UE maggiori diritti in termini di privacy e protegge i dati personali da pratiche non etiche o illegali. La legislazione impone anche alle organizzazioni che trattano i dati personali dei cittadini europei di conformarsi alle sue norme. Inoltre, introduce nuovi obblighi in termini di trasparenza, sicurezza e responsabilità.
Il ruolo del Garante privacy rispetto ai reclami di cancellazione dei dati personali dal web
Il Garante per la Privacy si occupa di tutelare i diritti fondamentali della persona, assicurando che le informazioni che riguardano i cittadini non vengano utilizzate in modo improprio. Si occupa inoltre di armonizzare le diverse normative nazionali e internazionali in materia di protezione della privacy, svolgendo un ruolo di grande importanza nel contrastare qualsiasi violazione dei diritti di libertà e di riservatezza dei cittadini.
L’importanza del Garante per la Privacy è ormai evidente ai giorni d’oggi, in quanto siamo sempre più esposti ai rischi connessi alla violazione dei nostri diritti di privacy. Abbiamo una grande quantità di dati personali, ad esempio nomi, indirizzi, numeri di telefono, indirizzi e-mail, e così via, che sono conservati nei database online e che possono essere facilmente utilizzati da persone non autorizzate o da organizzazioni che possono sfruttarli a proprio vantaggio. Per questo analizzeremo brevemente alcuni provvedimenti emessi dall’Autorità Garante.
La decisione del garante rispetto alla vicenda di cancellazione dei dati giudiziari
Con il provvedimento in questione, l‘interessato lamentava un pregiudizio alla propria reputazione personale e professionale a causa della reperibilità in rete di articoli che riportano informazioni risalenti nel tempo su fatti avvenuti in un altro continente. Tali informazioni sono vere, ma l‘assunzione di colpa è stata conseguenza obbligata di una detenzione preventiva e la pena inflitta è stata interamente scontata.
La perdurante reperibilità degli articoli crea un grave pregiudizio, poiché l‘interessato, pur essendo un professionista altamente qualificato, non riesce ad ottenere lavori adeguati alla sua specializzazione o li perde. Ebbene, il Garante privacy ha rilevato, in merito al reclamo in questione, che il procedimento penale di cui si chiedeva la rimozione dal web fosse riferito a reati gravi, e si è concluso, non già con una assoluzione, bensì con una condanna per il reclamante a quattro anni e sei mesi di reclusione.
La vicenda è ancora rilevante per il pubblico perché i reati sono stati commessi in relazione all‘attività professionale dell‘interessato, che continua a svolgere. Gli URL di cui è stata richiesta la rimozione contengono articoli su questa stessa vicenda.