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Site icon Diritto All'Oblio su Google – Come Rimuovere il Proprio Nome dai Risultati di Ricerca

Diritto all’oblio 2023: come funziona con la legge Cartabia

Preliminarmente è utile chiarire cosa si intenda per diritto all’oblio. Negli ultimi decenni si è sentito sempre più spesso parlare del c.d. diritto all’oblio, questo viene definito come diritto di nuova generazione, infatti la sua origine, di cui si dirà a breve è molto recente, ed ha la funzione di eliminare notizie pregiudizievoli, inesatte o anche false che riguardano un soggetto interessato e che siano state diffuse attraverso notizie di giornale, link, URL, immagini, video, post e così via, sul web. L’interessato, laddove voglia cancellare o, nella maggior parte dei casi, deindicizzare dal web i propri dati personali, deve presentare alcune istanze: al motore di ricerca in primis, ovvero, nei casi più gravi quando la diffusione sia allo stesso tempo condotta criminosa capace di integrare reato, all’Autorità giudiziaria. Orbene, al fine di osservare il diritto all’oblio nei confronti dell’interessato, il Titolare delle informazioni personali che sono state diffuse pubblicamente su un sito web o una pagina, che abbiamo però contenuto pregiudizievole, ha l’obbligo di informare della richiesta di cancellazione altri titolari che trattato allo stesso modo i dati personali cancellati. In merito, ai sensi dell’art. 17 par. II del GDPR si fa riferimento a “qualsiasi link, copia o riproduzioni”. Molto di frequente la rimozione dei dati personali ovvero anche di quelle notizie o URL che sono pregiudizievoli non è sempre possibile, infatti vi è un limite a questa, ad esempio quando la notizia, per le qualità soggettive dell’interessato,, quando ad esempio il soggetto è notorio, esponente di forza politica etc., risulta essere utile alla soddisfazione dell’interesse storiografico della collettività.

Le origini del diritto all’oblio in Europa ed in Italia

Nello specifico, brevemente, il diritto all’oblio prende avvio dalla sentenza Costeja e si sviluppa sino ad oggi attraverso la positivizzazione della Riforma Cartabia. Il diritto all’oblio è quel diritto idoneo a cancellare dal web i propri dati personali. Per far si che il diritto all’oblio venga posto in essere è necessario che il Titolare delle informazioni personali che sono state diffuse pubblicamente su un sito web o una pagina, che abbiamo però contenuto pregiudizievole, ha l’obbligo di informare della richiesta di cancellazione altri titolari che trattato allo stesso modo i dati personali rimossi. Sul punto, ai sensi dell’art. 17 par. II del GDPR si fa riferimento a “qualsiasi link, copia o riproduzioni”.

La riforma Cartabia

La Riforma che oggi è conosciuta con il nome del Ministro che l’ha firmata, vale a dire Cartabia, ha inciso drasticamente sullo svolgimento del processo penale. La Riforma ha previsto delle novità anche per il diritto all’oblio, infatti, è previsto che nel 2023 questo possa essere ottenuto dall’interessato in maniera più veloce e meno farraginosa attraverso la deindicizzazione delle notizie attinenti a procedimenti penali definiti con archiviazione, sentenza di non luogo a procedere o assoluzione. In questo senso si dice delle operazioni compiute dai motori di ricerca attraverso parole chiave e tag appositi, che organizzano un contenuto, al fine di includerlo nell’indice della barra di ricerca dell’internet, rendendolo così maggiormente visibile agli altri utenti. Invero, tenendo fede a quanto disposto dalla Riforma di cui alla legge nr. 134/2021 laddove ci fosse una archiviazione di un procedimento o anche una sentenza di non luogo a procedere o infine di assoluzione, il soggetto interessato può adoperarsi per attivare un apposito provvedimento di deindicizzazione a tutela del diritto all’oblio.

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