Con l’avvento delle nuove tecnologie è cambiato il modo di fare molte cose, tra cui anche quello di effettuare ricerche su persone o su informazioni in generale. In questo senso si pone la ormai famosissima ricerca sul web tramite i browser come Google. Il colosso americano Google è uno dei modi più popolari e potenti per trovare informazioni online. Tuttavia, a volte i risultati possono essere sgradevoli o inappropriati, soprattutto se sei un genitore che vuole proteggere i tuoi figli dal contenuto non adatto alla loro età. Fortunatamente, Google offre una soluzione per questo problema. Da qui nasce l’esigenza di avere un diritto che permetta ai soggetti che usano i motori di ricerca o in generale internet di disporre dei propri dati personali.
Breve panoramica sul diritto all’oblio
Invero, questo diritto viene chiamato “diritto all’oblio” è oggi conosciuto come diritto fondamentale il quale garantisce a tutte le persone la facoltà di richiedere la cancellazione delle informazioni che potrebbero danneggiare la loro reputazione o la privacy. Questo diritto è stato riconosciuto dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea nel 2014, ma è stato solo recentemente che il suo valore è stato pienamente compreso dalla società. Avere il diritto di cancellare i propri dati personali da Google è essenziale per la protezione della reputazione e della privacy degli utenti. A seguito della sentenza Costeja è stato varano quello che oggi si conosce con il nome di GDPR, vale a dire il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, la quale è una normativa europea sulla protezione dei dati personali che è entrata in vigore il 25 maggio 2018. Il GDPR ha lo scopo di proteggere la privacy dei cittadini dell’Unione Europea (UE) fornendo loro maggiori controlli sulla raccolta, l’utilizzo e la conservazione dei loro dati personali da parte delle organizzazioni.
Il diritto all’oblio non si paga: cosa fare nel caso in cui viene richiesto un pagamento per la rimozione di contenuti sul web
Se ci si imbatte in un sito web che richiede un pagamento per rimuovere un contenuto che riguarda il soggetto interessato è meglio diffidare, il diritto all’oblio non è a pagamento, salvo il caso in cui non si adisca l’Autorità competente, che nel caso ci specie è il Garante per la protezione dei dati personali. In questo caso le spese saranno quelle legali, ovvero quelle del legale che dovrà assistere e proporre per conto del soggetto il reclamo al Garante. Invero, è sempre bene tenere a mente che la procedura non è a pagamento e che la si può adire anche tramite modulo Google. Il primo modo è quello di contattare il webmaster, vale a dire il proprietario del sito e chiedere direttamente che il contenuto venga rimosso. Se il proprietario del sito non è disposto a rimuovere il contenuto, è possibile richiedere la rimozione a Google.
Questo secondo modo, utilizzare il modulo per la rimozione messo a disposizione da Google implica che il contenuto in questione appaia nei risultati di ricerca di Google, è bene chiarire che che Google non garantisce la rimozione di tutti i contenuti, ma valuterà la richiesta che gli viene posta anche in bilanciamento ai diritti della collettività: interesse c.d. storiografico.