Nonostante sia uscito dall’Unione Europea da ormai quasi due anni, il Regno Unito è ancora vincolato da alcuni patti presi con i Paesi Europei, compresi patti in materia di privacy e trattamento dei dati personali. Tra i vari accordi firmati prima della Brexit, infatti, vi era anche la promessa di continuare a rispettare il GDPR, ovvero il Regolamento Generale europeo per la Protezione dei Dati, lo stesso che il Regno Unito seguiva prima della Brexit. Il diritto all’oblio quindi, sancito da questo Regolamento, è uno di quei diritti che il Regno Unito continua a legiferare allo stessa maniera degli altri Paesi Europei, ma quanto a lungo sarà ancora così? Vediamo più nel dettaglio la situazione del diritto all’oblio secondo l’Autorità inglese per la Protezione dei Dati.
Legge sulla Protezione dei Dati in Inghilterra
Così come in Europa, anche nel Regno Unito la legge sulla protezione dei dati personali sancisce il diritto all’oblio, ovvero il diritto di tutti gli utenti di richiedere ad un motore di ricerca la cancellazione di risultati di ricerca contenenti dati personali. Tale diritto all’oblio, denominato anche diritto alla cancellazione, può essere richiesto nel caso in cui un utente ricerchi il proprio nome nel provider e vengano restituiti risultati che ledono la propria privacy o la propria reputazione online. Si può quindi effettuare una richiesta di rimozione al motore di ricerca, il quale non sarà costretto ad accettare la richiesta ed eliminare il link, ma dovrà verificare la presenza dei requisiti necessari alla cancellazione e, solo in quel caso, accoglierà la richiesta e farà in modo che tali link negativi non siano più visibili in futuro nel suo motore di ricerca. Dopo di che, all’utente non resterà altro che contattare i webmaster dei siti in cui erano stati originariamente pubblicati i contenuti offensivi o inadeguati, per chiedere direttamente a loro di eliminarli. Nel caso in cui invece non sarà accolta dal motore di ricerca la richiesta di rimozione, il provider fornirà all’utente le motivazioni per cui è stata respinta la richiesta. In caso di errori tecnici, l’utente può riprovare a mandare un’altra richiesta con l’aiuto di un legale esperto, stavolta inserendo i dati correttamente, oppure può fare ricorso all’Autorità inglese per la Protezione dei Dati.
GDPR e diritto all’oblio nel Regno Unito: riforma dopo la Brexit
Nonostante la situazione in materia di privacy e diritto all’oblio sia ancora quella descritta nel paragrafo precedente, ad oggi il GDPR nel Regno Unito sta andando sempre più verso una Riforma che porta ad una sua progressiva e mascherata modifica nel breve futuro. Tale cambiamento è iniziato già qualche anno fa, in concomitanza con la Brexit: già nell’ottica forse di riformare a breve alcuni aspetti del GDPR, è vero che il governo britannico ha stipulato accordi sul rispetto del GDPR, ma si trattava comunque di accordi della durata di 4 anni e che potevano essere annullati in qualsiasi momento. Inoltre, già con la sfida alle Cookie Laws del ministro Oliver Drowden e l’assunzione di un nuovo Commissario per le informazioni Jonathan Edwards, il governo britannico ha annunciato l’eccessiva rigidità dell’attuale GDPR e la volontà da parte del Regno Unito di riformarlo quanto prima, rendendo più “leggere” e meno stringenti alcune leggi sulla privacy e sui diritti digitali.